L’Irpef da lavoro autonomo e impresa è l’imposta più evasa

In Italia l’Irpef da lavoro autonomo e impresa è anche l’imposta con la maggior propensione all’evasione, ossia con il maggior rapporto percentuale tra l’imposta evasa sul gettito dovuto: nel 2021 è stato del 67,2 per cento

L’Irpef da lavoro autonomo e impresa è l’imposta più evasa

Giovedì 25 gennaio il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo sul concordato preventivo biennale per tutte le partite Iva, uno dei punti principali della riforma fiscale voluta dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni che, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe avere l’effetto di disincentivare l’evasione fiscale dei lavoratori autonomi con partita Iva.

L’evasione fiscale si misura tramite il tax gap, ossia la differenza tra quanto si stima che si sarebbe dovuto versare e quanto effettivamente è stato versato. Dal 2016 al 2021 le imposte più evase sono state l’Irpef da lavoro autonomo e impresa, e l’Iva.

Tuttavia, l’evasione fiscale dell’Iva nel corso degli anni si è quasi dimezzata: era, infatti, di 35,58 miliardi di euro nel 2017, mentre nel 2021 è stata di 18,09 mld.

Al contrario, l’Irpef da lavoro autonomo e impresa ha registrato nel corso degli anni un tax gap stabile ed elevato (nel 2021 è stato di 30,03 mld). L’Irpef da lavoro autonomo e impresa è anche l’imposta con la maggior propensione all’evasione, ossia con il maggior rapporto percentuale tra l’imposta evasa sul gettito dovuto: nel 2021 è stato del 67,2 per cento.

L’Iva, invece, nonostante sia una delle imposte più evase in termini assoluti, ha una propensione all’evasione inferiore, pari al 13,8 per cento.

L’Ires e la Tasi hanno una propensione maggiore (rispettivamente di 20,6 e 21,4 per cento) anche se la loro evasione fiscale è più bassa in termini di entrate tributarie (8,53 e 5,06 mld). 

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