Argentina, tassi di interesse al 97 per cento

Ancora sull’orlo del fallimento. Per l’ennesima volta, l’Argentina si trova in una crisi economica gravissima

Tassi di interesse al 97 per cento

Per evitare l’ennesimo tracollo dell’economia del paese, la Banca centrale argentina ha annunciato nei giorni scorsi un aumento dei tassi di interesse di 600 punti base, portandoli dal 91 al 97 per cento.

La misura sarà accompagnata da un importante intervento sul mercato dei tassi di cambio, data la forte svalutazione che il peso ha subito nei confronti del dollaro nell’ultimo anno.

Si apriranno anche le trattative con il Fondo monetario internazionale per anticipare il rilascio dei prestiti concessi all’Argentina tramite l’Extended Fund Facility. 

A fine maggio, infine, il ministro dell’Economia Sergio Massa si recherà in Cina per cercare maggior supporto economico dopo l’accordo dello scorso aprile, che ha permesso all’Argentina di pagare le importazioni in yuan, evitando così di attingere alle riserve di dollari, attualmente in esaurimento.

L’Argentina è in crisi economica da tempo, l’ennesima della sua storia. L’elevato tasso di inflazione (109 per cento su base annua) erode il potere d’acquisto dei consumatori e rende più oneroso il debito pubblico (espresso in dollari).

Il forte rialzo dei prezzi è dovuto principalmente alla monetizzazione del debito pubblico: a seguito del default del 2020, il paese non ha più potuto finanziarsi sui mercati internazionali e la Banca centrale argentina ha dovuto stampare pesos per coprire la spesa statale. Nonostante l’accordo pattuito con il Fmi preveda un riordino dei bilanci pubblici, le spese statali tuttavia continuano a eccedere le entrate.

A destabilizzare ulteriormente l’economia argentina è la dipendenza dal dollaro statunitense. L’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve ha apprezzato il dollaro nei confronti delle altre valute, tra cui il peso argentino, che nell’arco di un anno ha perso quasi la metà del proprio valore nei confronti della moneta statunitense. La situazione è preoccupante dal momento che il debito delle amministrazioni centrali è per più dei due terzi in valuta straniera e in particolare in dollari.

Come già accaduto più volte in vari paesi emergenti il cui debito è fortemente ‘dollarizzato’, il deprezzamento del tasso di cambio nei confronti della valuta statunitense provocherà una grave recessione (si parla di contractionary devaluation) già a partire da quest’anno.

L’Argentina è messa a dura prova anche dalla siccità, che ha avuto seri effetti negativi sulle esportazioni agricole, una voce fondamentale della sua economia. Sembra passato ben più di un secolo da quando, all’inizio del Novecento, l’Argentina era uno dei paesi più ricchi, con un Pil molto vicino a quello di Francia e Germania.

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