Nell’ambito della sua iniziativa Belt and Road, la Cina ha concesso al Laos miliardi di dollari in prestiti per sviluppare infrastrutture energetiche e linee ferroviarie ad alta velocità, nella speranza di sostenere la crescita economica a lungo termine.
Le dighe idroelettriche finanziate dalla Cina sul fiume Mekong e altre infrastrutture energetiche miravano a fare del Laos la ‘batteria’ del Sud-est asiatico. Tuttavia, entrambi i progetti finanziati dalla Cina devono ancora vedere i ritorni economici che il Laos aveva sperato.
E i recenti dati macroeconomici mostrano che il Laos, che conta una popolazione che non raggiunge gli 8 milioni di abitanti, sta affrontando un debito pari a 13,8 miliardi di dollari (superiore al 100% del proprio Pil).
Secondo i dati pubblicati da Bloomberg, i prestiti provenienti dalla Cina, il principale creditore del Laos, ammontano a circa metà dei 10,5 mld del debito estero del Paese. I prestiti di Pechino hanno un tasso di interesse del 4%, che è alto per i progetti di sviluppo. La Banca Mondiale solitamente applica tassi inferiori all'1%.
Il debito in sé non sarebbe, tuttavia, un male se venisse utilizzato per usi produttivi. Ma non sembra questo il caso del Laos. Ad esempio, la linea ferroviaria è stata un vero e proprio elefante bianco, anche se ora il collegamento con Bangkok dovrebbe garantire maggiori rendimenti per il Laos. Tutto ciò ha portato a una diminuzione del 30% del valore della sua valuta nel 2023 e a un’inflazione alle stelle, che ora è la seconda più alta nella regione.
Secondo la Banca Mondiale, l’economia del Laos è cresciuta del 3,7% nel 2023, con una previsione del 4% nel 2024. Ma, prima della pandemia, il Pil saliva del 5,5% l’anno.