La fetta più grande della torta è per gli Stati Uniti. All’Europa restano un po’ di briciole e il peso di Borsa Italiana è sempre più esiguo.
Nel 1899 Wall Street valeva 8 volte l’Italia, lo scorso anno il valore prodotto è stato di 120 volte superiore. A metterlo in evidenza è la banca elvetica Ubs, che ha valutato il peso specifico dei singoli mercati azionari.
A fine dicembre scorso la capitalizzazione di Borsa Italiana è stata di 761,8 miliardi di euro, il 39,4 per cento del Pil. Quella dell’indice principale di Wall Street, lo S&P 500 è stata di 42.000 mld di dollari, quasi il doppio del Pil statunitense.
E il divario sta aumentando: in soli tre mesi, il maggiore listino statunitense ha guadagnato 723 mld di dollari di capitalizzazione (dati Bloomberg). In pratica, l’intero valore di Borsa Italiana.
Con la corsa di Wall Street sull’onda dei titoli tecnologici e legati all’intelligenza artificiale, il divario è destinato ad aumentare sempre più.