Le banche centrali in un mondo senza contante: come reinventare la politica monetaria

Per guardare a un futuro più equo sono necessarie banche centrali più ambiziose. Le esperienze di Brasile e India

Le banche centrali in un’economia senza contante

L’economia ha sempre avuto uno strano e dibattuto rapporto con il denaro. Per molto tempo, gli economisti – compresi premi Nobel come Merton Miller e Franco Modigliani – hanno considerato il denaro come un mezzo di scambio. Ma, basandosi sul lavoro di John Maynard Keynes e Hyman Minsky, gli economisti hanno poi studiato la sua influenza strutturale sull’economia reale e sul sistema finanziario.

Una comprensione strutturale del denaro e della finanza diventa ancora più importante in un mondo sempre più digitalizzato e senza contanti. Un mondo cashless non solo cambia il rapporto delle persone con il denaro; esercita nuove pressioni sulle banche centrali affinché reinventino il loro ruolo e diventino più innovative. Non soltanto riducendo i costi delle transazioni digitali, ma anche creando nuove opportunità attraverso un’infrastruttura condivisa per migliorare l’efficienza e l’inclusione finanziaria per coloro che si trovano ai margini dell’economia formale.

Come tutti i cambiamenti tecnologici, anche questo non è neutrale. Se non viene indirizzato verso l’interesse pubblico, potrebbe portare a forme più profonde di esclusione e ad altri problemi strutturali in tutta l’economia. In tal senso, sono interessanti gli esperimenti realizzati in India, dove è nata UPI, un’infrastruttura di pagamenti digitali interoperabile plasmata dalla banca centrale, e Brasile, che ha inaugurato PIX, un servizio di pagamento istantaneo interoperabile che consente a privati e aziende di inviare e ricevere denaro in qualsiasi momento della giornata, di solito gratuitamente o a costi molto bassi. Secondo la Banca centrale brasiliana (Bcb), PIX è ora il metodo di pagamento più popolare del paese, superando le carte di credito e di debito e altri metodi di trasferimento che rivaleggiano con il contante. Oltre il 66 per cento della popolazione lo utilizza.

A prima vista, quella appena raccontata, sembra una tipica storia di successo del fintech. In realtà, senza l’intervento della Bcb, i singoli attori privati non avrebbero reso i loro sistemi interoperabili da soli. Nell’era pre-PIX, ogni istituto finanziario utilizzava il proprio sistema di transazioni e stabiliva le proprie commissioni. Ma, ora, la concorrenza si è spostata dalle commissioni per concentrarsi sulla qualità e sulla quantità dei servizi offerti dalle istituzioni finanziarie.

Naturalmente, il ruolo assunto dalla Bcb sfida la visione tradizionale secondo cui le banche centrali sono orientate alla regolamentazione e dovrebbero concentrarsi solo sulla stabilità finanziaria, lasciando così le questioni di equità, accesso e inclusione al settore privato. Al settore pubblico è stato a lungo assegnato il compito di limitarsi a ridurre i rischi dei creatori di valore, non di assumersi rischi o di creare valore stesso. È visto come un prestatore di ultima istanza, non come un investitore di prima istanza.

Questa visione ristretta del ruolo dello Stato nella creazione di ricchezza ha limitato la comprensione da parte dei responsabili politici della gamma di strumenti di cui dispongono per catalizzare una crescita economica sostenibile. Sebbene garantire la stabilità del sistema finanziario rimarrà essenziale, gli sforzi del Brasile e dell’India per modellare il mercato in materia di infrastrutture di pagamento interoperabili dimostrano che le banche centrali hanno gli strumenti per fare di più per i beni comuni.

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