Gli Stati Uniti salgono al secondo posto nella classifica dell’Indice di segretezza finanziaria, preceduti dalla Svizzera e seguiti dalle Isole Cayman: l'opacità finanziaria è un fattore chiave utilizzata spesso per il riciclaggio di denaro sporco, la corruzione e l’evasione fiscale. Gli stati meno trasparenti contribuiscono a creare disuguaglianza su scala globale: l’ascesa degli Stati Uniti in classifica è preoccupante se si pensa che nel 2013 erano al sesto posto, nel 2015 erano saliti al terzo e nell’ultimo triennio è aumentata ancora la segretezza relativa ai servizi finanziari Usa.
L’Indice di segretezza finanziaria va da 0 (massima trasparenza) a 100 (massima opacità) e anche il paese più limpido, la Slovenia, ha un punteggio di 41,8: vale a dire appena la sufficienza, con meno del 60 per cento di “risposte di trasparenza” corrette. Sei tra i primi 10 paesi nella classifica dell’Indice di segretezza finanziaria sono membri dell’Ocse o alle loro dipendenze.
L’impatto del segreto finanziario sull’abuso dei diritti umani è sempre più riconosciuto a livello globale: le Nazioni Unite hanno criticato aspramente la Svizzera per il danno che il suo segreto finanziario causa ai diritti umani in tutto il mondo.
Nell’Indice di segretezza bancaria 2018 è entrato per la prima volta Taiwan, piazzandosi all’ottavo posto: segno che la nazione è un player significativo nel mercato globale per il segreto finanziario. In particolare le difficoltà politiche nella conduzione degli affari con la Cina hanno determinato la creazione di un sistema finanziario offshore particolare per l’isola, dal momento che il governo di Pechino utilizza la sua influenza per impedire a Taiwan di unirsi alle istituzioni internazionali e di stipulare accordi con paesi stranieri: ne risulta che Taiwan è oggi la più grande economia del mondo che non sia membro delle Nazioni Unite o membro del Forum globale dell’Ocse sulla trasparenza fiscale.
Finance Secrecy Index 2018
