Facebook, la crescita rallenta ma gli investitori non fuggono

Facebook, la crescita rallenta ma gli investitori non fuggon

Dopo tutte le polemiche che Facebook ha generato negli ultimi mesi a partire da Cambridge Analytica, sembrava quasi inevitabile che a un certo punto il gigante dei social media sarebbe andato incontro a una resa dei conti. La deludente trimestrale sugli utili diffusa il 25 luglio sembra offrire una facile narrazione in questo senso. Ma la storia non è così semplice.

Sono 2,23 miliardi gli utenti attuali del social network, ovvero i 2/3 della popolazione mondiale connessa ad Internet. Quel numero potrebbe raggiungere i 2,4 miliardi entro la fine dell'anno.

È una dimensione simile a quella del cristianesimo, che continua a crescere anche se più lentamente. I nuovi iscritti sono passati dal 40% annuo all’attuale 20%: si riducono in Europa e sono stazionari negli Stati Uniti.

C’è però un nuovo mondo da esplorare, quello delle economie emergenti: Brasile, India, Indonesia, Filippine, Pakistan, Nigeria , Messico, Sudafrica.

Non solo nuovo terreno fertile, Fb starebbe cercando altri modelli di business. Ma questa scelta implica nei primi anni un effetto non amato dagli investitori: margini più ristretti.

E, poi, c’è un problema di velocità. I costi stanno aumentando più rapidamente dei ricavi. Nonostante ciò, la multinazionale ha generato entrate per 13,2 miliardi di dollari in un trimestre - un aumento del 42% rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente – e nello stesso periodo i profitti sono saliti del 31%.

Ecco perché gli investitori non sono in fuga nonostante le difficoltà vissute dal gigante fondato da Marc Zuckerberg nell’ultimo anno e i dati sul secondo trimestre di Fb ci dicono poco sulla multinazionale, qualcosa in più sui mercati.

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