La Tv inguardabile

Le posizioni di Alessandro Orsini sono senza dubbio discutibili, ma a lasciare costernati sono altri due aspetti: la povertà di contenuti offerti e la triste macchinazione messa in moto dagli autori della trasmissione. Questa Tv non serve quasi a nessuno

La Tv inguardabile

Durante l’ultima puntata di ‘Piazza Pulita’, su La7, è andato in scena un confronto surreale. Il conduttore, Corrado Formigli, chiede all’accademico Alessandro Orsini di smentire le voci sulla sua presunta contiguità con il Cremlino.

Lui replica che, oltre a non aver mai messo piede in vita sua in Russia, non ha mai incontrato nemmeno un loro ambasciatore. Poi entrano in scena altri ospiti della trasmissione, nella forma di un plotone di esecuzione. Più o meno tutti contro uno, si salva l’imbarazzato Alberto Negri (che poi rileva: “Da 30 minuti stiamo parlando del ‘caso Orsini’). E qui il confronto diventa surreale.

Nathalie Tocci sferra l’attacco iniziale: “Lei ha detto di non essere mai stato in Russia, di non avere frequentazioni e amici russi. Immagino non sia mai stato nemmeno in Ucraina. Allora lei qui non può parlare della guerra (in corso, ndr). Non ha le competenze”.

La replica di Orsini non fa una piega: “Io sono uno studioso, secondo la sua logica adesso non dovremmo parlare di Napoleone perché non lo abbiamo conosciuto, e nemmeno della Seconda guerra mondiale, perché non l’abbiamo vista?”.

Invece di fare marcia indietro, Tocci risponde a sua volta: “Sì. Esatto. Io non parlerei mai della Seconda guerra mondiale qui in televisione!”.

A quel punto Orsini sbotta: “Lei non ha capito la mia opposizione metodologica. Se sostiene che non si possa parlare di un conflitto perché non lo si è visto, allora nessuno può parlare della Seconda guerra mondiale?”.

Tocci sembra convinta della sua posizione (“Non in televisione. Al bar ognuno può parlare di quello che vuole”) e viene sostenuta anche da Federico Fubini e Mario Calabresi.

Con questo post non si vuole qui difendere quanto sostiene Orsini, le cui posizioni sono indubbiamente discutibili, ma altri due aspetti: la povertà di contenuti espressi dagli altri ospiti (con l’eccezione di Negri) e la triste macchinazione messa in moto dagli autori della trasmissione. Che, invece di preoccuparsi di portare sullo schermo un confronto ricco di contenuti e, perché no, di posizioni divergenti, appaiono esclusivamente folgorati dallo share. Che importa se il risultato è una qualità sconcertante.

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