Dieci anni di Netflix in Italia: da “House of Cards” alla “monnezza” in streaming

Dal 2015 la piattaforma ha rivoluzionato il modo di guardare la tv, tra capolavori globali, binge watching compulsivo e un fiume di contenuti dimenticabili. Ma ha anche sostenuto l’industria italiana del cinema.

Dieci anni di Netflix in Italia

Il 22 ottobre 2015 Netflix sbarcava in Italia. Da quel momento, il nostro modo di guardare la tv non è stato più lo stesso. Il sogno di poter scegliere “cosa, quando e dove” guardare finalmente si avverava. E in pochi anni, lo streaming ha azzerato il palinsesto televisivo tradizionale, trasformando lo spettatore in regista del proprio tempo libero.

La fine dell’era della tv generalista

Solo dieci anni fa, un programma di successo significava sette o otto milioni di spettatori. Oggi, con due milioni si parla già di “boom”. I giovani non leggono i giornali, non guardano il televisore: preferiscono smartphone e piattaforme on demand. Il televisore come oggetto è “morto”, ma la televisione come linguaggio è rinata — solo che si chiama streaming.

L’effetto Netflix: globalizzazione e omologazione

Netflix ha cambiato anche l’idea stessa di narrazione visiva. Con la distribuzione globale, i contenuti si sono uniformati ai gusti internazionali, ma nel frattempo sono nati fenomeni culturali planetari: House of Cards, Stranger Things, Squid Game, La casa di carta, Black Mirror, Bridgerton, Mercoledì, La regina degli scacchi… Serie che hanno plasmato l’immaginario collettivo e riscritto i confini tra cinema e televisione.

Netflix e l’Italia: un motore economico e creativo

Per celebrare l’anniversario, il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, è arrivato a Roma per incontrare il presidente Mattarella e annunciare una nuova collaborazione con il Centro sperimentale di cinematografia.

Tra il 2021 e il 2024, Netflix ha generato 1,1 miliardi di euro di valore aggiunto per l’economia italiana, lavorando con oltre 30 società di produzione e creando più di 5.500 posti di lavoro tra artisti e tecnici.

Dall’Amazzonia di Roma al Gattopardo siciliano

Dal debutto di Suburra – La serie, girata per le strade di Roma, ai vicoli di Napoli di È stata la mano di Dio, passando per La legge di Lidia Poët ambientata a Torino e Il Gattopardo tra i paesaggi siciliani:

Netflix ha saputo valorizzare i luoghi e i talenti italiani, proiettandoli su una vetrina globale.
E la piattaforma promette che “i luoghi meravigliosi da raccontare non sono ancora finiti”.

Dieci anni dopo

In dieci anni abbiamo avuto capolavori indimenticabili, maratone notturne e tonnellate di contenuti usa e getta. Ma una cosa è certa: Netflix ha cambiato per sempre la cultura audiovisiva italiana. E, nel bene o nel male, ha reso tutti un po’ dipendenti dal prossimo episodio.

Fonte
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