Tim vince dopo 27 anni: lo Stato dovrà restituire oltre un miliardo di euro

Cassazione definitiva sul canone del 1998. I conti pubblici tengono grazie al fondo rischi, mentre in casa Tim si guarda ai dividendi

Tim vince dopo 27 anni: lo Stato dovrà restituire oltre un miliardo di euro

Dopo quasi tre decenni di contenzioso, lo Stato italiano incassa una sconfitta definitiva. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della Presidenza del Consiglio, confermando la decisione della Corte d’Appello di Roma: Tim ha diritto al rimborso del canone concessorio versato nel 1998.

La cifra, inizialmente pari a 528 milioni di euro, è lievitata nel tempo fino a superare il miliardo, includendo rivalutazione e interessi. Un verdetto che mette fine a una delle cause più longeve della storia recente della pubblica amministrazione italiana.

Perché lo Stato non pagherà subito il conto

La notizia ha un risvolto meno traumatico per i conti pubblici. Il Ministero dell’Economia potrà attingere al fondo rischi e contenzioso, previsto proprio per coprire le perdite legate alle cause giudiziarie delle amministrazioni pubbliche.

Nel bilancio dello Stato sono accantonati oltre 2,2 miliardi di euro, come ricordato dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti lo scorso ottobre durante le audizioni sul Documento di finanza pubblica. Tradotto: nessuna voragine immediata nei conti, almeno sul piano formale.

Una vicenda che nasce dalla liberalizzazione delle tlc

La controversia affonda le radici nella privatizzazione e liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni. Nel 1998, dopo la privatizzazione di Telecom Italia, il governo introdusse un contributo obbligatorio basato sul fatturato, in sostituzione del canone di concessione ormai superato.

Tim contestò il provvedimento già nel 2000. Da lì, un percorso tortuoso: Tar, Corte di Giustizia Ue (che nel 2008 diede ragione alla società), Consiglio di Stato, Corte d’Appello e infine Cassazione. Una sequenza emblematica dei tempi della giustizia italiana.

Un precedente che pesa: Vodafone aveva già vinto

Il caso Tim non è isolato. Vodafone, coinvolta in una vicenda analoga, aveva già ottenuto un rimborso simile. Un precedente che ha rafforzato la posizione dell’ex monopolista e che oggi rende la decisione della Cassazione difficilmente contestabile anche sul piano politico.

In casa Tim si guarda agli azionisti

E ora? Secondo le indiscrezioni, il miliardo in arrivo servirà innanzitutto a soddisfare gli azionisti, a partire dal pagamento dei dividendi sulle azioni di risparmio, ferme da anni. Un passaggio che potrebbe aprire la strada, in prospettiva, alla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie.

Il consiglio di amministrazione di Tim dovrebbe riunirsi dopo Natale, forse già il 29 dicembre, per valutare le mosse finanziarie successive.

Una lezione (amara) per lo Stato

La vicenda si chiude con una certezza: 27 anni per arrivare a una sentenza definitiva sono un’anomalia che pesa sulla credibilità del sistema. E mentre Tim festeggia una vittoria storica, per lo Stato resta il conto – coperto, sì, ma comunque simbolico di una gestione giuridica e regolatoria che continua a presentare nodi irrisolti.

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