
Non solo mari e città: anche lo spazio si sta riempiendo di rifiuti. Oggi attorno alla Terra orbitano circa 11.700 satelliti attivi, ma secondo le stime il numero supererà quota 25.000 entro i prossimi dieci anni, spinto soprattutto dalle mega-costellazioni private. Un boom che solleva interrogativi seri sulla sostenibilità dell’ambiente spaziale.
Il vero problema sono i detriti
A preoccupare maggiormente non sono i satelliti funzionanti, ma l’enorme quantità di detriti spaziali. Secondo i modelli statistici, intorno al nostro pianeta fluttuano oltre 150 milioni di frammenti di dimensioni comprese tra 1 millimetro e 1 centimetro, oltre a 1,5 milioni di oggetti tra 1 e 10 centimetri e circa 40.000 detriti superiori ai 10 cm. La massa complessiva supera le 10.000 tonnellate.
Un rischio anche per la Terra
I detriti non sono un problema solo per astronauti e satelliti. I frammenti che rientrano nell’atmosfera possono rappresentare un pericolo concreto anche per il traffico aereo. Il fallimentare test della Starship di SpaceX, esplosa a gennaio 2025 a 146 chilometri di quota, è stato un chiaro campanello d’allarme.
Dall’era Sputnik alle costellazioni private
Dal 1957, anno del primo satellite artificiale, sono stati effettuati circa 8.000 lanci che hanno portato nello spazio quasi 20.000 satelliti. Oggi la crescita è trainata soprattutto dal settore privato: le costellazioni rappresenteranno il 70% delle necessità future, con un impatto senza precedenti sull’orbita bassa terrestre.
Collisioni evitate (per ora)
Le agenzie spaziali monitorano costantemente i rischi di collisione. Anche la Stazione Spaziale Internazionale – così come quella cinese – è stata più volte costretta a modificare la propria orbita per evitare impatti potenzialmente catastrofici. Ma con numeri in continuo aumento, la prevenzione diventa sempre più complessa.
Satelliti “spazzini” e fine vita controllata
Da anni si studiano soluzioni tecnologiche, come i satelliti “spazzini”, capaci di intercettare e rimuovere i rifiuti più pericolosi. Ma non basta. Il nuovo paradigma, spiegano gli esperti, è considerare lo spazio come una risorsa condivisa e limitata, da proteggere con regole più stringenti.
La nuova frontiera della sostenibilità spaziale
La sfida è progettare veicoli e satelliti che producano meno detriti possibile e che, a fine vita, possano deorbitare in sicurezza, bruciando nell’atmosfera, oppure essere trasferiti in una “orbita cimitero”, lontana dalla Terra. Perché la corsa allo spazio, senza regole, rischia di trasformarsi in un problema globale.




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