A Londra arriva il primo chip per la vista artificiale

All’ospedale Moorfields impiantato un microprocessore bionico che restituisce la vista a persone cieche. È la rivoluzione della visione artificiale

A Londra arriva il primo chip per la vista artificiale

Al Moorfields Hospital di Londra, centro d’eccellenza mondiale per la ricerca oftalmologica, un’équipe di medici ha compiuto un passo che potrebbe cambiare per sempre la vita di milioni di persone.

Per la prima volta, decine di pazienti affetti da degenerazione maculare senile (AMD) hanno ricevuto un impianto bionico sottoretinico capace di ripristinare la percezione visiva.

E i risultati sono sorprendenti: oltre l’80% dei pazienti ha mostrato miglioramenti significativi nella capacità di riconoscere forme, volti e persino leggere lettere e parole.

Il microchip che “dialoga” con il cervello

Il cuore della rivoluzione è un microprocessore senza fili grande appena 2 millimetri per 2, impiantato sotto la retina. Il dispositivo si collega a una videocamera integrata in speciali occhiali per la realtà aumentata, che catturano ciò che il paziente ha di fronte.

Un sistema di intelligenza artificiale traduce poi le immagini in segnali a infrarossi, inviati al chip impiantato, che a sua volta stimola i neuroni retinici non danneggiati. Il segnale visivo, infine, raggiunge il cervello attraverso il nervo ottico, dove viene interpretato come una vera e propria immagine.

Dalla cecità alla percezione visiva: la nuova frontiera della bioingegneria

Per chi ha perso completamente la vista, il dispositivo non restituisce una visione “perfetta”, ma un insieme di percezioni visive funzionali — ombre, sagome, luci — sufficienti a orientarsi e riconoscere i volti. Una conquista che rappresenta una svolta epocale nella lotta alla cecità, e apre la strada a nuove applicazioni della neurotecnologia in campo medico.

Una speranza per milioni di persone

Nel solo Regno Unito, si stima che oltre 600.000 persone soffrano di AMD, una malattia degenerativa della retina legata all’età per cui, ad oggi, non esiste una cura definitiva. Con l’invecchiamento della popolazione, questo numero è destinato a crescere rapidamente.

L’impianto bionico, sviluppato da un team anglo-europeo di ricercatori, potrebbe quindi diventare una delle più importanti innovazioni mediche del decennio, portando la scienza un passo più vicino a restituire la vista ai ciechi.

Verso una nuova era della medicina “aumentata”

La tecnologia potrebbe essere solo l’inizio: l’obiettivo è arrivare a sistemi completamente integrati con l’intelligenza artificiale, in grado di adattarsi al cervello del singolo paziente e migliorare progressivamente la qualità visiva.

La visione artificiale, fino a pochi anni fa confinata alla fantascienza, è oggi diventata una frontiera reale della medicina rigenerativa.

Fonte
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