Voli fantasma nei cieli europei

Voli fantasma nei cieli europei

Voli fantasma continuano a solcare i cieli europei. Le compagnie aeree sono costrette a effettuarli pur di conservare le finestre di decollo dagli aeroporti e di atterraggio.

Al momento, le norme europee impongono di fare almeno il 50% dei collegamenti per ogni rotta. In caso contrario, le compagnie rischiano di perdere le finestre assegnate loro (o slot). In concreto perderebbero il diritto - fondamentale - di servirsi di un aeroporto in determinati orari di determinate giornate. E da marzo la percentuale salirà al 64%.

Ma visto che la pandemia continua ad attanagliare (anche) i paesi europei, le compagnie vorrebbero ridurre i voli. Tuttavia, non possono farlo liberamente. La testata spagnola El País calcola, ad esempio, che la tedesca Lufthansa vorrebbe tagliare 33 mila voli tra gennaio e marzo del 2022. Eppure sarà obbligata a operare 18 mila voli non necessari, pur di mantenere gli slot.

Secondo il Financial Times, anche Brussels Airline - posseduta da Lufthansa - è costretta a conservare 3000 voli questa primavera, pur prevedendo di avere un pugno di passeggeri a bordo.

L’obbligo di viaggiare, ovviamente, rappresenta un costo per i vettori e anche per l'ambiente, visto l’alto consumo dei carburanti in volo. Ecco allora che il vincolo, rappresentando un errore ambientale, sociale ed economico, appare anacronistico.

La Commissione europea, in verità, ha ben chiaro il problema. Fino al 2019, le compagnie aeree dovevano fare l’80% dei loro voli. Poi, con l’esplosione del Covid-19, Bruxelles ha portato il livello al 50%. Quindi risalirà al 64%, da marzo, grazie alla possibile ripresa della domanda di trasporto.

Il tetto del 64%, che doveva essere provvisorio in vista di un ritorno all’80%, è stato prolungato dalla Commissaria europea ai Trasporti Adina Valean fino a ottobre 2022, proprio in ragione della pandemia. Secondo Bruxelles, la norma è equilibrata.

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