
Nel corso di una lunga conversazione telefonica durata quasi un’ora, Vladimir Putin e Donald Trump hanno riaffermato l’intenzione di rafforzare la cooperazione su due fronti strategici: energia e ricerca spaziale. A renderlo noto è il Cremlino, che ha sottolineato come il colloquio si sia svolto in un clima di “franchezza e concretezza”, confermando “l’interesse reciproco a sviluppare progetti promettenti”.
Occhio Musk: Mosca e Washington guardano alle stelle, ma senza SpaceX
Tra le righe del comunicato russo, si intravede un potenziale scossone per Elon Musk e il suo impero spaziale. Se davvero nasceranno nuovi accordi bilaterali tra Russia e Stati Uniti per la cooperazione aerospaziale, i lanciatori russi – un tempo rivali, oggi alternativa – potrebbero tornare protagonisti. Un segnale tutt’altro che rassicurante per Mr. Tesla, in un momento in cui SpaceX domina il settore ma resta vulnerabile a scelte geopolitiche.
Ucraina: pace negoziata, ma alle condizioni del Cremlino
Putin avrebbe ribadito a Trump la volontà di “continuare a cercare una soluzione negoziata al conflitto in Ucraina”, ma precisando che la Russia “non rinuncerà ai suoi obiettivi” e intende “eliminare le cause di fondo del conflitto”. Una formula diplomatica che, tradotta, significa: resa di Zelensky, neutralità di Kiev e smilitarizzazione del Paese. Proposte che appaiono irricevibili per l’Ucraina.
Focus Iran: allineamento su Medio Oriente e sicurezza
Nel colloquio, i due leader hanno discusso anche della situazione in Medio Oriente e in particolare dell’Iran. Secondo il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov, entrambi hanno convenuto sulla necessità di mantenere i contatti attivi e di risolvere le tensioni regionali “con mezzi politico-diplomatici”. Una posizione di principio che nasconde l’interesse condiviso di influenzare gli equilibri dell’area.
Niente incontro (per ora), ma l’intesa resta
Nonostante il clima amichevole, i due presidenti non hanno discusso di un incontro faccia a faccia. Tuttavia, il Cremlino precisa che l’idea resta sul tavolo e, “se necessario, si troverà un accordo”. Il dialogo tra Mosca e Washington, dunque, non si è mai interrotto davvero.