Nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, Giorgia Meloni ha tracciato un quadro cupo: 56 conflitti armati in corso nel 2024, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale. L’Italia – ha ricordato – non può ignorare che la Russia, membro permanente del Consiglio di Sicurezza, ha violato la Carta dell’Onu con l’aggressione all’Ucraina, aprendo una fase di instabilità che ha favorito anche altri conflitti, come l’attacco di Hamas a Israele nel 2023.
Ucraina e Gaza, la linea italiana
Meloni ha ribadito che l’Italia condanna l’aggressione russa e continuerà a sostenere Kyiv. Su Gaza ha parlato di una “reazione sproporzionata” di Israele che ha colpito duramente i civili palestinesi, annunciando il voto favorevole ad alcune sanzioni europee contro Tel Aviv. Ma la premier ha chiarito: “Non dimentichiamo che la guerra è stata scatenata da Hamas”.
Due Stati, ma senza Hamas
La premier ha rilanciato la storica posizione italiana: sì alla prospettiva dei due Stati, ma con condizioni chiare. Tra queste, il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e l’esclusione di Hamas da qualsiasi ruolo di governo in Palestina. “Chi ha scatenato la guerra – ha detto – non può essere premiato”.
La riforma delle Nazioni Unite
Al centro del discorso la richiesta di una profonda riforma dell’Onu, a partire dal Consiglio di Sicurezza: “Multilateralismo e diplomazia senza istituzioni funzionanti sono solo parole vuote”. Meloni ha chiesto un Palazzo di Vetro “trasparente ed efficiente”, contro burocrazia e sprechi, senza nuovi seggi permanenti che aggraverebbero la paralisi decisionale.
Piano Mattei per l’Africa
La premier ha presentato i progetti già avviati con il Piano Mattei, dalle infrastrutture al sostegno agricolo, fino all’AI Hub per lo sviluppo sostenibile. Obiettivo: una cooperazione che non sfrutti le materie prime, ma favorisca crescita e stabilità. In questo quadro, l’Italia punta a convertire oltre 235 milioni di euro di debito africano in progetti di sviluppo nei prossimi dieci anni.
Clima, industria e futuro
Meloni ha criticato l’“ecologismo ideologico” che rischia di deindustrializzare l’Europa: “Non si tratta di negare il cambiamento climatico, ma di affrontarlo con neutralità tecnologica e gradualismo”. Una linea che mette al centro la sostenibilità senza sacrificare la competitività.
L’appello finale
Concludendo, Meloni ha ricordato i 70 anni dell’Italia all’Onu: “Abbiamo il dovere di costruire un mondo più giusto e sicuro. I combattimenti difficili sono riservati a chi ha coraggio: credo sia il tempo di dimostrare quel coraggio”.