
Benjamin Netanyahu ha preso la parola all’Assemblea generale delle Nazioni Unite davanti a una platea deserta: decine di funzionari e ambasciatori hanno abbandonato la sala al suo ingresso, lasciando solo i fedelissimi. Presenti poche potenze occidentali, con rappresentanti di basso livello.
Attacco a Hamas e ai leader mondiali
Dal podio, il premier israeliano ha ribadito che “Israele deve finire il lavoro” contro Hamas, accusando i leader occidentali di voler “premiare assassini e terroristi” con la soluzione dei due Stati. Per Netanyahu, anche i moderati dell’Autorità palestinese non sarebbero affidabili.
Le sue verità contestate
Netanyahu ha negato che Israele stia affamando Gaza, sostenendo che ogni giorno verrebbero distribuite 3mila calorie per persona, ma che gli aiuti sarebbero “distrutti da Hamas”. Ha definito “bugia antisemita” le accuse di genocidio, paragonando gli ordini di evacuazione alla “prova” che Israele non stia seguendo le logiche naziste.
Il legame con Trump
Il premier ha più volte elogiato Donald Trump, considerato il suo principale alleato, e ha ricordato i negoziati in corso con la Siria. Nel discorso ha letto i nomi degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, trasmesso – ha detto – tramite altoparlanti anche dentro la Striscia.
Mappa, QR code e applausi dei sostenitori
Come in uno show mediatico, Netanyahu ha mostrato una mappa del Medio Oriente segnando in nero i leader “eliminati” e ha invitato a scansionare un QR code sulla sua giacca per vedere le immagini del 7 ottobre. Gli unici applausi sono arrivati da un centinaio di sostenitori, presenti in aula come ospiti speciali.
Proteste fuori dall’Onu
Mentre Netanyahu parlava, migliaia di manifestanti e organizzazioni ebraiche protestavano davanti al palazzo dell’Onu, denunciando quella che definiscono “una campagna di genocidio” contro Gaza.