
Elon Musk torna a colpire l’Unione Europea. Dopo la multa da 120 milioni inflitta a X per violazioni sulle norme digitali, il miliardario attacca frontalmente Bruxelles: l’Ue, sostiene, “dovrebbe essere abolita” e il potere “restituito ai singoli Stati”. Le sue parole si inseriscono nel clima già incandescente generato dalla nuova National Security Strategy dell’amministrazione Trump, che dipinge l’Europa come un continente in declino, destinato a un’“erosione della sua civiltà” se non cambierà rotta.
La risposta dell’Europa: “Le nostre scelte le facciamo noi”
A stretto giro arriva la replica della Commissione europea. Toni fermi: “Le decisioni che riguardano l’Unione europea vengono prese dall’Ue, per l’Ue”. Bruxelles respinge le critiche sull’autonomia normativa, ricordando che la difesa della libertà di espressione e dell’ordine internazionale “è competenza europea”. L’alto rappresentante Kaja Kallas prova ad abbassare i toni, ammettendo che alcune osservazioni degli Stati Uniti sono “anche vere”, ma ribadendo che Washington resta “il principale alleato dell’Europa”.
Musk, politica e influenza: l’impronta sul dibattito europeo
Sebbene non ricopra alcun ruolo governativo, Musk continua a esercitare un’enorme influenza pubblica grazie ai suoi milioni di follower, alle sue posizioni politiche sempre più vicine alla destra radicale europea e soprattutto al ruolo strategico di Starlink, la rete satellitare decisiva in numerosi scenari geopolitici. Il suo attacco rientra nell’impianto delineato da Washington: incoraggiare i partiti “patriottici” europei e alimentare la resistenza interna alle attuali politiche Ue.
La strategia Trump: l’Europa diventa il nuovo “problema”
La National Security Strategy statunitense parla apertamente della possibilità che l’Europa “cancelli la propria civiltà”, citando immigrazione, burocrazia e presunte limitazioni alla libertà di parola. Secondo fonti vicine alla Casa Bianca, l’obiettivo è chiarire una nuova linea geopolitica: gli Usa puntano meno sulla promozione della democrazia e più sugli interessi economici, ribaltando l’impostazione della prima amministrazione Trump.
Un cambio di paradigma: quando l’Europa diventa “il cattivo”
Il Wall Street Journal descrive questa nuova visione come un capovolgimento storico: per la prima volta è l’Europa – non la Russia – a essere indicata come il principale elemento problematico per gli Stati Uniti. Tra le accuse americane compaiono “burocrazia non eletta” e politiche “autodistruttive”. Critiche che Musk rilancia attaccando soprattutto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, accusata di minare la libertà di parola.



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