La ‘rivincita’ di Mosca e Pechino

L’assalto al Congresso è un regalo alla propaganda dei due nemici degli Usa: “Washington non può più ergersi a giudice o poliziotto globale”

La ‘rivincita’ di Mosca e Pechino

Le immagini arrivate da Washington hanno offerto un materiale perfetto da trasmettere ai telegiornali di regime o dare in pasto ai social. Stavolta sono i fatti a supportare la tesi che Pechino e Mosca portano avanti da tempo: la prima economia globale è un egemone in declino, una superpotenza che pretende di dettare la direzione al mondo, di ergersi a giudice o poliziotto globale, ma che non è in grado di risolvere i problemi dentro casa.

“La democrazia ha cominciato a zoppicare con ambedue le gambe – ha detto il presidente della Commissione Esteri del Senato russo Kosaciov -. L’America non traccia più la direzione di conseguenza. Ha perso ogni diritto di stabilirla. E tanto più di imporla ad altri.”

Per la Cina, potenza emergente, l’opportunità è anche più ghiotta. Da tempo Pechino crede che gli equilibri globali stiano cambiando in suo favore, che il modello socialista sia più efficace nell’affrontare le sfide del mondo globalizzato rispetto alle democrazie liberali. La lotta al coronavirus, che Pechino ha contenuto facendo ripartire la propria economia prima di tutti, ne sarebbe la conferma. E le rivolte negli Stati Uniti una controprova. E per il Dragone il cerchio si chiude.

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