Dazi antidumping, l'Ue mette un freno alla Cina e prova a difendersi in modo più mirato

Dazi antidumping, l'Ue mette un freno alla Cina
Bandidere di Cina e Unione europea

L'Ue ha varato una nuova normativa per il calcolo di dazi antidumping. Le distorsioni saranno identificate caso per caso per evitare la concorrenza sleale degli esportatori.

La motivazione è connessa al fatto che la Cina deve essere considerata ormai un'economia di mercato. Infatti, lo status di economia non di mercato, assegnato al momento dell'ingresso nel WTO nel 2001, è scaduto nel 2016.

Con la nuova proposta dell'Ue la Cina è considerata come gli altri membri del WTO. Ma viene introdotta la possibilità per gli stakeholders (sindacati, imprese, etc.) di segnalare alla Commissione europea la presenza di possibili distorsioni. Una volte accertate queste ultime si potrà essere selettivi, distinguendo non solo tra paesi ma anche tra settori. Inoltre, nella definizione di distorsione è stato incluso anche il dumping sociale e ambientale.

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