La svolta militare di Palazzo Chigi per fermare i migranti (e pure Salvini)

Palazzo Chigi punta di nuovo su una risposta forte. La soluzione prospettata dal governo è quella di riportare i migranti dove si sono imbarcati (Libia e Tunisia). Ma la storia recente dimostra che non è una via percorribile.

La svolta militare di Palazzo Chigi per fermare i migranti (e pure Salvini)

L’ultimo videomessaggio di Giorgia Meloni arriva all’ora di cena di un venerdì nero per la premier che all’inizio del suo mandato aveva promesso il blocco navale, quindi esordito al governo con un provvedimento contro le Ong, e infine siglato un accordo con il governo della Tunisia retto da un autocrate. Il risultato? Un boom di sbarchi e gli alleati del Carroccio che prendono le distanze.

Meloni, oltre al video, ha scritto a Ursula von der Lyen, invitandola a verificare di persona la tragedia di Lampedusa (ma anche a erogare i 250 milioni dell’Ue promessi a Saied), ha scritto anche a Charles Michel per additare come “insoddisfacenti” i risultati degli impegni presi dai Paesi dell’Europa sulla tutela dei confini esterni. E, infine, ha rifilato una stoccata ai leghisti per i quali la via diplomatica della premier “non funziona”.

La diffusione serale del video giunge, infatti, nel bel mezzo di uno scontro aperto nel governo. Né alla premier né al ministro della Difesa Guido Crosetto è piaciuta la dichiarazione di Salvini sulla necessità di inviare la Marina nel Mediterraneo per fermare le imbarcazioni dei migranti (parole vissute come l’ennesima invasione di campo da parte del segretario della Lega).

Una cosa è comunque certa: la Difesa adesso avrà un ruolo rilevante nella partita. Al ministero di Crosetto, e non agli Interni (dicastero guidato dal salviniano Piantedosi), è stata affidata la realizzazione di nuovi centri dove saranno trattenuti gli immigrati illegali. Nel frattempo, del fallimento dell’azione di contrasto all’immigrazione illegale, sta tentando di avvantaggiarsi non l’opposizione. Ma il fuoco amico (leghista).

Il punto è che Meloni sembra aver perso una grande opportunità, ovvero “costringere” l’Ue a trovare una soluzione comune in merito alla redistribuzione dei migranti. Ma anche qui il problema di Palazzo Chigi è il fuoco amico: Ungheria e Polonia, alleati in Europa della premier, non sono d’accordo. E allora torna in auge la soluzione militare. Una non-soluzione smentita dalla storia: i flussi migratori non si possono bloccare, al massimo si possono gestire.

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