Verso il Tecno-Stato. “Destiny”: l’enclave dei super-ricchi

Un milionario delle criptovalute vuole trasformare l’isola caraibica di Nevis in una comunità tech autonoma con leggi proprie — tra investimenti miliardari, polemiche locali e un nuovo modello di “network state”

Verso il Tecno-Stato. “Destiny”: l’enclave dei super-ricchi

Un investitore di origine belga, Olivier Janssens, noto per la sua carriera nel mondo delle criptovalute, ha avviato un piano per creare una comunità di élite sull’isola caraibica di Nevis, parte dello Stato federale di Saint Kitts e Nevis. Il progetto si chiama Destiny e punta ad incastonarsi come un hub high tech, libertario e semi-autonomo nell’economia globale.

Un ‘Dubai dei Caraibi’ con infrastrutture da sogno

Secondo i piani, Destiny sorgerà lungo la costa meridionale di Nevis e includerà sedicenti ville di lusso, ospedali, aree residenziali e spazi verdi. La comunità mira a fondere sostenibilità, tecnologie digitali e servizi avanzati con un investimento plurimilionario — circa 50 milioni di dollari in infrastrutture nei primi anni.

Leggi proprie e sistema giudiziario parallelo

Uno degli aspetti più controversi del progetto è la proposta di istituire un sistema giudiziario interno o meccanismi di risoluzione delle controversie “efficienti” gestiti privatamente, pur restando formalmente sotto la Costituzione di Saint Kitts e Nevis. Questa idea ha già fatto discutere isolani e commentatori, che temono un vero e proprio “stato dentro lo Stato”.

Promesse di crescita e benefici per i residenti

I promotori sostengono che Destiny non sarà un enclave esclusivo, ma un motore di sviluppo per l’isola: migliaia di posti di lavoro; infrastrutture pubbliche potenziate (ospedali, servizi); programmi di profit-sharing con cittadini locali; progetti educativi come borse di studio per studenti nevisiani Tutte iniziative volte ad integrare la comunità nel tessuto economico locale.

Un modello ispirato al “network state”

Destiny si inserisce in una tendenza globale dove capitali tecnologici e criptovalute cercano spazi per sperimentare governance alternative e modelli di vita indipendenti da sistemi nazionali tradizionali. Progetti simili di “nuove città tecnologiche” sono emersi anche in altre aree del mondo, attirando miliardi e alimentando dibattiti su libertà individuale e sovranità.

Critiche e ombre sulla governance privata

Evidentemente non tutti vedono il progetto con favore. Alcuni residenti e oppositori politici di Nevis lo considerano una forma di privatizzazione del potere normativo e un rischio per la sovranità democratica del piccolo Stato caraibico. Secondo i critici, permettere a investitori stranieri di scrivere e applicare norme proprie potrebbe creare disuguaglianze e fratture nel sistema giuridico locale. Il mondo osserva un esperimento che potrebbe ridefinire il rapporto tra governance privata e Stato nazionale.

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