“L’inverno demografico brucerà un terzo del Pil”

Blangiardo (Istat): “Oggi abbiamo 800mila persone con almeno 90 anni. Nel 2050 saranno 1,7 milioni”

“L’inverno demografico brucerà un terzo del Pil”

“Probabilmente quest’anno supereremo ancora una volta al ribasso” il numero dei nati in Italia: nel 2021 sono stati 399mila ma se prosegue il trend del 2022 scenderemo ancora sotto questa soglia. E se “oggi abbiamo 800mila persone con almeno 90 anni, nel 2050 avremo 1,7 milioni di persone con almeno novant’anni. Nel 2070 saranno 2.2 milioni. E di queste 145mila saranno ultracentenari, oggi sono 20mila. Capite cosa significa tutto questo in un Paese che oggi ha 59 milioni di abitanti e nel 2070 avrà 48 milioni di abitanti?”, avverte il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo.

Significa che l’economia subirà una botta. “Solo per effetto del cambiamento demografico, della composizione per età della popolazione, del numero di abitanti il Pil dai 1.800 miliardi di oggi scenderebbe di 500 miliardi. Quindi la torta si riduce di un terzo nel 2070” osserva Blangiardo.

Ad accusare il colpo saranno anche le aziende. Il calo di popolazione che ad oggi potrebbe risultare nei decenni da qui al 2050 infatti riguarderà anche la popolazione d’impresa. Nei prossimi trent’anni la popolazione di 15-64 anni scenderà dal 63,6% (37,7 milioni) al 53,4% (28,9 milioni) in base allo scenario mediano Istat, con una forchetta potenziale compresa tra il 52% e il 54,8%. Inoltre nei prossimi trenta o quaranta anni la fecondità è destinata a ridursi perché le donne in età riproduttiva passeranno da 12 a 8 milioni.

Sarà dunque più difficile trovare da assumere. Il punto è che qualunque strumento di politica demografica non darebbe effetti concreti prima di 20-30 anni. Probabilmente, troppo tardi. Resta una seconda e ultima possibilità: intervenire sulla politica migratoria in modo più strutturato di quanto fatto fino ad ora dai vari governi che si sono succeduti per colmare i buchi demografici che si stanno accumulando in Italia.

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