Piketty: “Stampare moneta non basterà. Anche i ricchi dovranno fare la loro parte”

L’economista francese: “Se si continua a stampare moneta e ad acquistare titoli finanziari viene dopato il valore azionario e immobiliare. Le cose andrebbero diversamente se lo stampare moneta finanziasse un rilancio sociale ed ecologico. La storia lo dimostra: furono i prelievi eccezionali sui più ricchi a riportare sotto controllo i debiti pubblici del dopoguerra”

Piketty: “Stampare moneta non basterà. Anche i ricchi ...”
Thomas Piketty

Cosa faranno gli Stati di fronte all’aumento del debito pubblico generato dalla crisi del covid-19? Secondo molti, le banche centrali si faranno carico di una parte crescente del debito e tutto sarà risolto. In realtà le cose sono più complicate. Stampare moneta non basterà. Prima o poi anche i ricchi saranno chiamati a contribuire. A sostenerlo è Thomas Piketty.

“Nel 2020 la scelta di stampare moneta ha assunto proporzioni senza precedenti – osserva l’economista francese -. Il bilancio della Federal reserve (statunitense) è passato dai 4.159 miliardi di dollari di febbraio ai 7.151 mld di ottobre, con un’iniezione monetaria pari a quasi tremila miliardi di dollari in sette mesi. Nello stesso periodo il bilancio dell’Eurosistema (la rete di banche centrali guidata dalla Bce) è passato da 4.692 mld di euro a 6.705 mld. Ormai vale circa il 60% del pil dell’eurozona.”

Come è stato possibile? “Dopo la crisi del 2008 le banche centrali hanno cominciato a prestare denaro con scadenze sempre più lunghe (prima settimane, poi mesi, poi anni) per rassicurare gli investitori – spiega Piketty -. Tutti hanno dato e preso denaro in prestito in proporzioni mai viste, al punto che il totale di attivi e passivi delle finanze private detenute da banche, aziende e famiglie oggi supera il 1000% del pil nei paesi ricchi, rispetto al 200% negli anni ‘70. Anche i patrimoni reali (cioè quelli del mercato immobiliare e delle aziende) sono cresciuti molto, passando dal 300% al 500% del pil.”

Grazie al loro nuovo attivismo le banche centrali hanno acquistato una quota crescente di titoli di debito pubblico, portando i tassi d’interesse a livelli bassissimi. All’inizio del 2020 la Bce deteneva il 20% del debito pubblico dell’Eurozona, ed entro la fine dell’anno potrebbe arrivare a quasi il 30%.

Ma “se si continua a stampare moneta e ad acquistare titoli finanziari viene dopato il valore azionario e immobiliare, con il risultato che i più ricchi diventano sempre più ricchi – aggiunge l’economista -. Le cose andrebbero diversamente se lo stampare moneta, invece di alimentare la bolla finanziaria, finanziasse un rilancio sociale ed ecologico. Questo permetterebbe di alleggerire il debito e di ridurre le disuguaglianze, d’investire nei settori utili per il futuro e di spostare l’inflazione verso i salari, i beni e i servizi. La storia lo dimostra: stampare moneta non basta, perché genera delle conseguenze incontrollabili dal punto di vista della distribuzione della ricchezza. Furono i prelievi eccezionali sui più ricchi a riportare sotto controllo i debiti pubblici del dopoguerra e a creare il patto sociale dei decenni successivi.”

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