Russia, Algeria, Egitto (ma la lista è lunga): l’economia europea nelle mani di regimi autoritari

Eni sottoscrive un accordo per aumentare la produzione e la fornitura di gas egiziano. Ma l’intesa fa infuriare le polemiche. E il paese si interroga: l’Italia ha fatto bene a siglare un nuovo accordo con il paese africano?

Russia, Algeria, Egitto: l’economia europea nelle mani di regimi autoritari

Il Presidente di Egas, Magdy Galal, e il Direttore Generale Natural Resources di Eni, Guido Brusco, hanno firmato nei giorni scorsi al Cairo un accordo quadro che consentirà di massimizzare la produzione di gas e le esportazioni di Gnl (gas naturale liquefatto) dall’Egitto verso l'Europa e in particolare, l'Italia.

Le parti hanno convenuto di valorizzare le riserve di gas egiziane aumentando le attività gestite congiuntamente e identificando opportunità per massimizzare la produzione di gas a breve termine. Eni ottimizzerà inoltre le campagne esplorative nei blocchi esistenti e nelle aree di nuova acquisizione nelle regioni del Delta del Nilo, del Mediterraneo orientale e del deserto occidentale.

Questo accordo, insieme a quello firmato per il riavvio dell’impianto di liquefazione di Damietta lo scorso anno, fornirà carichi di Gnl per volumi complessivi fino a 3 Bcm (billion cubic microns) nel 2022.

Eni è presente in Egitto dal 1954, dove opera attraverso la controllata Ieoc. L’azienda è attualmente il principale produttore del paese con una produzione equity di circa 360.000 barili di olio equivalente al giorno.

L’intesa ha scatenato, come era immaginabile, feroci polemiche nel nostro paese, diviso tra chi sostiene, dopo l’omicidio di Giulio Regeni e la lunga (e ingiustificata) detenzione di Patrick Zaki, la necessità di interrompere i rapporti economici e commerciali con il paese africano, e chi si posiziona sul fronte opposto.

Secondo i primi, il governo italiano - in piena sindrome di Pilato – dovrebbe prendere spunto da altri Gesù e Barabba. “Mi lascia moltissimi dubbi l’accordo con l'Egitto” ha detto Enrico Letta, aggiungendo che “è inimmaginabile che non venga fatta giustizia perché se non viene fatta giustizia per Giulio non sarà fatta giustizia anche per tante altre persone che nel mondo hanno subito o potranno subire la stessa drammatica vicenda”.

Una dura replica al segretario del Pd arriva a stretto giro da Carlo Calenda. Il leader di Azione chiede provocatoriamente: “Enrico Letta, vuoi lo stop immediato e totale al gas russo ma non vuoi il gas egiziano perché l’Egitto viola i diritti umani. Però non vuoi neanche il carbone per sostituire temporaneamente il gas russo, perché inquina. Hai una soluzione o facciamo solo retorica?”.

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