Rivoluzione immobiliare ad Amsterdam

In un’ottica di sostenibilità abitativa, l’amministrazione della città olandese vuole vietare l’acquisto di case di nuova costruzione destinato a scopo di investimento (buy-to-let). I Paesi Bassi intendono così contrastare la carenza di alloggi

Rivoluzione immobiliare ad Amsterdam
Amsterdam

C’è qualcosa che sta cominciando a infastidire gli abitanti di Amsterdam. Non è né la zona a luci rosse, né i coffee-shop. Ma sono le case. O meglio, gli investimenti immobiliari. Amsterdam, una delle città più “green” d’Europa,sta cosìvalutando di vietare l'affitto di case di nuova costruzione, come parte di una serie di politiche volte a combattere la crescita incontrollata dei prezzi delle abitazioni, la carenza di alloggi e l'eccessiva saturazione del turismo.

Tutto comincia dalla constatazione che gli investitori comprano case ad A’dam sempre più spesso con l’intenzione di affittarle. Ciò significa che i residenti, o gli aspiranti tali, hanno meno possibilità di accesso al mercato immobiliare. Il che sta creando un allarme crescente nella città olandese dove non sono più disponibili alloggi a prezzi accessibili. Si stima che il 20% delle case sia venduto a investitori. Soltanto lo scorso anno (tra gennaio e novembre) circa 10.000 cittadini stranieri si sono trasferiti ad A’dam, mentre lo stesso numero di cittadini olandesi ha lasciato la città.

Il peggioramento della situazione ha indotto l’Olanda ha introdurre un nuovo giro di vite per controllare più efficacemente i prezzi e il subaffitto delle case popolari, che è già vietato per legge. Un ruolo lo gioca anche il turismo, che è in costante crescita. Così tanto che alcuni comitati di cittadini denunciano quanto iI flusso stia divenuto ormai eccessivo. Ecco allora altre misure prese per regolare le attività collegate a piattaforme come Airbnb, che rappresentano il 12% dei pernottamenti turistici ad A’dam: il ministro degli Interni olandese, Kajsa Ollengren, ha annunciato che verrà posto un limite massimo di giorni di affitto consentiti su base annua, che nel caso di A’dam è fissato in 30 giorni.

Amsterdam è diventata una calamita per gli affari internazionali, soprattutto da quando incombe la Brexit. Nella città dei Paesi Bassi, ora settima dopo Londra e New York in termini di rapporto prezzo dell’immobile/reddito dell’acquirente, il valore mediano alla vendita è lievitato a 448.000 euro nell'ultimo trimestre del 2018. Questa esplosione dei prezzi ha fatto sì che, nonostante il 39% delle abitazioni siano alloggi sociali, non esistano di fatto case a prezzi relativamente bassi, secondo la Federazione delle associazioni abitative (AFWC). E la lista d’attesa per i meno abbienti è lunga: 15 anni occorre attendere per vedersi assegnato un alloggio.

Ma ora le cose cambieranno. E il messaggio che le persone dovranno vivere nella casa che acquistano passa attraverso il contrasto del buy-to-let (comprare per affitare), fenomeno che si concentra nelle abitazioni di nuova costruzione. Per questo la politica pubblica della città di A’dam è intervenuta per regolare un mercato impazzito e assicurarsi che gli alloggi siano occupati da residenti. Partendo dal presupposto che, se si vuole migliorare la vivibilità per i residenti, il primo punto è vivere la città e il secondo è visitarla.

Questo articolo è stato precedentemente pubblicato su LA STAMPA

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