
I valichi alpini non sono semplici strade di montagna: rappresentano i veri corridoi commerciali che collegano l’Italia ai mercati del Nord Europa. Francia, Svizzera e Austria sono i punti di accesso, integrando trasporti su gomma e rotaia. Ogni interruzione — frane, lavori o manutenzioni — provoca ritardi e costi aggiuntivi per le aziende.
Brennero, il gigante del traffico merci
Nel 2023 il valico del Brennero, al confine con l’Austria, si conferma leader assoluto con oltre 64,6 milioni di tonnellate transitate. Segue il Gottardo (Svizzera) con 43,6 milioni, e lo Schoberpass (Austria) con 30,8 milioni.
Gli altri passaggi chiave
Tra i protagonisti ci sono anche il Tauern (30,6 milioni di tonnellate), il Semmering (25,6 milioni) e Ventimiglia (23,3 milioni), che collega la Liguria con la Francia. Più contenuti i flussi su altri storici valichi: Fréjus/Moncenisio (16,5 milioni), Sempione (18,1 milioni) e Monte Bianco, che chiude la classifica con 7,9 milioni.
Criticità e chiusure in arrivo
Negli ultimi mesi il traffico è stato messo a dura prova: il Fréjus è stato bloccato da una frana, la ferrovia dei Tauri è ferma per ristrutturazioni, e nei prossimi mesi toccherà al Monte Bianco, che sarà chiuso per importanti lavori di manutenzione straordinaria.
Un nodo vitale per l’Italia e per l’Ue
L’Italia esporta ogni anno centinaia di miliardi di euro di merci, gran parte dei quali passa da questi corridoi alpini. Non si tratta solo di logistica, ma di competitività industriale: ogni chiusura rallenta le catene di fornitura e pesa sulle imprese, dal settore automotive al manifatturiero.