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In meno di vent’anni la Polonia è passata da economia in transizione a uno dei mercati più dinamici d’Europa. Trainata dalla domanda interna, dai fondi UE e da un settore manifatturiero in forte espansione, Varsavia ha superato nel 2024 la soglia simbolica di 1.000 miliardi di dollari di Pil, conquistando un posto tra le prime 20 economie del pianeta.
Il caso Sudafrica apre la porta: Varsavia invitata al G20
Il caos diplomatico generato dal mancato invito del Sudafrica al G20 di Miami — dopo le accuse di Trump al governo di Pretoria — ha creato un vuoto. Un vuoto che Washington ha deciso di colmare con la Polonia. Per la prima volta dal 1999, un Paese dell’Europa centrale viene chiamato al tavolo dei leader globali. Il segretario di Stato Marco Rubio ha definito l’invito “il riconoscimento del ruolo strategico della Polonia nell’era post-Guerra Fredda”.
Dal Patto di Varsavia al G20 in 36 anni
La Polonia è oggi la più grande economia dell’Europa centro-orientale, con un Pil che supera quello della Svizzera e si avvicina a diversi Paesi dell’Europa occidentale.
Secondo gli analisti del Polish Economic Institute, la controversia diplomatica ha accelerato un processo già in corso: Varsavia rappresenta “l’esempio perfetto di una trasformazione riuscita da economia sottosviluppata a economia avanzata”.
Un seggio permanente? La strada è lunga
Per quanto l’invito a Miami rappresenti una svolta, ottenere un posto fisso nel G20 potrebbe richiedere anni. La composizione del gruppo è tanto politica quanto economica: alcuni Stati membri non rientrano da tempo tra le prime 20 economie, ma mantengono la loro posizione per ragioni storiche. Inoltre, anche altri Paesi emergenti — come Nigeria e Vietnam — premono per entrare. Il sostegno degli Stati Uniti potrebbe accelerare il percorso, ma molti analisti ritengono che servirà almeno un decennio per rivedere regole e composizione del club.







