
Donald Trump frena sul suo ruolo di mediatore nella guerra in Ucraina. Secondo fonti della Casa Bianca, l’ex tycoon preferirebbe che Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky avviassero un primo faccia a faccia senza la sua presenza. Un atteggiamento definito dagli analisti come “attendista”, confermato anche dall’assegnazione del dossier a Marco Rubio.
Le accuse a Biden e il messaggio su Truth
Su Truth Social, Trump ha attaccato l’attuale presidente Usa Joe Biden, accusandolo di aver impedito all’Ucraina di passare “all’attacco” contro la Russia. «È impossibile vincere solo difendendosi», ha scritto, ribadendo che la guerra non sarebbe mai scoppiata se lui fosse stato alla Casa Bianca.
Zelensky: incontro solo con garanzie
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha chiarito che un eventuale vertice con Putin sarà possibile soltanto dopo un accordo su garanzie di sicurezza solide. Kiev teme nuove offensive, soprattutto nella regione di Zaporizhzhia, dove Mosca starebbe rafforzando le proprie truppe. Zelensky ha anche chiesto a Trump di convincere Viktor Orbán a togliere il veto del suo paese sull’adesione dell’Ucraina all’Ue. Ma il presidente ungherese ha confermato la sua opposizione all’ingresso di Kiev nell’Unione.
Lavrov denuncia “il complotto europeo”
Dal fronte russo, il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha intanto definito “inaccettabile” qualsiasi ipotesi di garanzie per Kiev basate sulla presenza di truppe straniere. In conferenza stampa, ha parlato apertamente di un “complotto europeo per sabotare la pace”, sostenendo che l’Occidente voglia imporre un’agenda che ignora gli interessi di Mosca.
Un negoziato sempre più complesso
Tra le richieste di Mosca su nuovi territori, le condizioni poste da Kiev e le divisioni tra Europa e Stati Uniti sul ruolo nelle garanzie di sicurezza, la strada verso un accordo resta in salita. Trump osserva, Zelensky alza l’asticella, e Lavrov rilancia accuse: il tavolo di pace sembra più lontano che mai.