Madagascar, contattata una compagnia petrolifera per finanziare il colpo di Stato

Sventato piano per uccidere il presidente dell’isola. Uno dei sei arrestati avrebbe chiesto 10 milioni di euro alla società Madagascar Oil. Il paradosso del paese dove l’80% della popolazione vive in condizioni di povertà, nonostante le riserve di nichel, cobalto, oro, uranio e altri minerali.

Contattata una compagnia petrolifera per finanziare il colpo di Stato

Le autorità del Madagascar hanno dichiarato di aver arrestato 6 persone con l’accusa di aver organizzato un complotto per assassinare il presidente Andry Rajoelina. Le indagini sul caso durano da mesi ma gli arresti sono stati effettuati martedì 20 luglio, nell’ambito di un’operazione riguardante un presunto “attacco alla sicurezza dello Stato”.

Secondo quanto riporta ‘Jeune Afrique’, uno tra gli arrestati, Paul Rafanoharana, avrebbe chiesto 10 milioni di euro alla compagnia petrolifera Madagascar Oil, appartenente al gruppo Benchmark e presente in Madagascar dal 2004. In cambio di questi finanziamenti, l’uomo avrebbe promesso alla società di sbloccare la sua situazione nel paese e, in particolare, di firmare i contratti petroliferi attualmente in fase di negoziazione.

Chi è Andry Rajoelina

Rajoelina ha prestato giuramento come presidente del Paese insulare dell’Oceano Indiano nel 2019, dopo un’elezione combattuta. L’uomo, 44 anni, è un ex disc jockey che ha conquistato il potere rovesciando, con un colpo di Stato militare, l’ex presidente Marc Ravalomanana, il 17 marzo 2009. Successivamente, in occasione delle elezioni del 20 dicembre 2013, ad entrambi gli ex presidenti venne impedito di partecipare. I risultati elettorali segnarono perciò la vittoria di Hery Rajaonarimampianina. Ricandidatosi poi alle elezioni presidenziali del 2018, Rajoelina si è ufficialmente insediato il 19 gennaio 2019. Al momento della sua rielezione, ha promesso lo sviluppo delle infrastrutture e la riqualificazione del paesaggio, soprattutto delle spiagge, per attirare più turisti e promuovere la creazione di posti di lavoro.

Ricchezza e povertà

Secondo le stime della World Bank, l’80% della popolazione del Madagascar, pari a oltre 25 milioni di persone, vive in condizioni di povertà, nonostante le riserve di nichel, cobalto, oro, uranio e altri minerali. Il colpo di Stato del 2009 ha portato ad una condanna internazionale e ridotto drasticamente la fiducia degli investitori stranieri, che hanno limitato l’afflusso di denaro nel Paese africano.

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