Asset russi congelati senza scadenza: l’Ue stringe il cerchio finanziario su Mosca

Via libera al blocco indeterminato dei beni della Banca centrale russa. Tra cautele legali, divisioni politiche e la controffensiva giudiziaria di Mosca, Bruxelles alza il livello dello scontro economico.

Asset russi congelati senza scadenza

L’Unione europea ha approvato il congelamento a tempo indeterminato degli asset russi, in particolare quelli riconducibili alla Banca centrale di Mosca, bloccando qualsiasi trasferimento diretto o indiretto verso la Russia. Il via libera è arrivato tramite procedura scritta, con 25 Paesi favorevoli e due contrari, secondo fonti europee.

La ratio della misura: colpire il finanziamento della guerra

Nella nota ufficiale del Consiglio UE si chiarisce che il divieto nasce dall’urgenza di impedire alla Russia di utilizzare risorse finanziarie per sostenere la guerra contro l’Ucraina. Senza il blocco, avverte Bruxelles, nuovi flussi di capitale avrebbero potuto alimentare l’offensiva militare russa, aggravando al tempo stesso le difficoltà economiche dell’Unione e aumentando il rischio di azioni ibride ostili contro gli Stati membri.

Misure “temporanee”, ma senza una data di fine

Formalmente le misure sono definite temporanee, ma resteranno in vigore finché l’accesso russo a risorse finanziarie rilevanti continuerà a rappresentare una minaccia per la stabilità economica europea. Il regolamento vieta qualsiasi movimento di asset riconducibili non solo alla Banca centrale russa, ma anche a entità che agiscono per suo conto, come il Fondo nazionale per la ricchezza.

Il voto dei Paesi membri e le cautele politiche

Belgio, Bulgaria, Italia e Malta hanno votato a favore, allegando però una dichiarazione congiunta: il sì al congelamento non pregiudica eventuali decisioni future sull’uso dei beni russi, che dovranno essere assunte a livello dei leader europei. Una precisazione che segnala sensibilità giuridiche e politiche ancora aperte, soprattutto sul destino finale degli asset.

Belgio in prima linea: “Impresa ardua, ma possibile”

Il premier belga Bart De Wever ha ammesso che utilizzare i beni russi congelati per finanziare l’Ucraina sarà complesso, ma non impossibile, a patto di una azione coordinata tra alleati.
Bruxelles custodisce circa 190 miliardi di euro di asset russi, contro gli 8 miliardi detenuti dal Regno Unito: una sproporzione che spiega le maggiori cautele belghe.

La reazione di Mosca: causa contro Euroclear

La Banca centrale russa ha reagito avviando una causa legale contro Euroclear presso la Corte arbitrale di Mosca, accusando il depositario europeo di azioni illegali che avrebbero causato danni finanziari. Secondo Mosca, qualsiasi utilizzo – diretto o indiretto – degli asset congelati senza consenso violerebbe il diritto internazionale.

Bruxelles replica: “Pienamente protetti dal punto di vista legale”

Il commissario UE all’Economia Valdis Dombrovskis ha respinto le accuse, spiegando che i depositari centrali europei possono compensare eventuali sequestri russi utilizzando asset immobilizzati in Europa. Secondo la Commissione, le azioni legali russe rientrano in una strategia “speculativa” volta a ostacolare l’obbligo di risarcimento dell’Ucraina.

Fonte
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