Moskva, la maggior perdita in mare dai tempi della Guerra delle Falklands. Cia: “Putin è disperato. Può usare armi nucleari”. Il presidente russo ordina di diversificare l’export energetico

L’incrociatore è affondato. Alla Russia rimangono 56 (su 72) missili da crociera nel Mar Nero. Putin ordina la realizzazione delle infrastrutture necessarie per riorientare verso i mercati non europei l’export energetico russo.

Moskva, la presunta disperazione di Putin e la diversificazione dell’export
Moskva

L’incrociatore Moskva, nave ammiraglia delle forze russe nel Mar Nero lunga 186 metri, è affondato mentre veniva rimorchiato verso la Crimea in acque agitate nel pieno di una tempesta. Lo ha confermato il ministero della Difesa russo.

Che siano stati i missili ucraini a colpirlo – come sostiene Kiev – o un incendio scoppiato a bordo per cause incerte – come invece afferma Mosca –, il risultato non cambia di molto: la Russia ha perso un pezzo importante del suo potenziale offensivo. La nave è infatti un lanciamissili ed era in grado di colpire numerosi obiettivi dal mare. Viene considerata come la maggior perdita in mare dai tempi della Guerra delle Falklands.

Per gli esperti del Pentagono entrambe le versioni sono plausibili: “È possibile che l’incrociatore russo sia stato colpito da un missile, ma può anche essere che sia scoppiato un incendio a bordo a causa di un problema interno” ha detto il portavoce John Kirby, precisando che gli Stati Uniti in questo momento non possono “verificare in modo indipendente” cosa sia davvero accaduto.

Dagli Usa intanto il direttore della Cia William Burns. rincara la dose: “Data la disperazione del presidente Putin e della leadership russa, viste le battute d’arresto che hanno affrontato militarmente finora, nessuno di noi può prendere alla leggera la minaccia del potenziale uso di armi nucleari tattiche o a bassa resa”, ha avvertito Burns.

Al momento, Vladimir Putin sembra più concentrato sul piano economico. Il presidente russo ha indicato come priorità nazionale la realizzazione delle infrastrutture necessarie per riorientare verso i mercati non europei l’export energetico russo. “È necessario accelerare l’attuazione di progetti infrastrutturali - ferroviari, oleodotti e porti - che nei prossimi anni consentiranno di reindirizzare le forniture di petrolio e gas da Ovest verso mercati promettenti, a Sud e ad Est”, ha detto Putin.

L’obiettivo di Mosca è dunque diversificare le esportazioni. Ovvero, quello che l’Europa e, soprattutto, la Germania stanno ora cercando di fare (sul piano energetico) con colpevole ritardo.

quotedbusiness.com è una testata indipendente nata nel 2018 che guarda in particolare all'economia internazionale. Ma la libera informazione ha un costo, che non è sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità. Se apprezzi i nostri contenuti, il tuo aiuto, anche piccolo e senza vincolo, contribuirà a garantire l'indipendenza di quotedbusiness.com e farà la differenza per un'informazione di qualità. 'qb' sei anche tu. Grazie per il supporto

Indicatori

Scopri la sezione Indicatori

(opzionale)
Paesi
www.quotedbusiness.com