Netanyahu ha calato la sua ultima carta. Senza sapere se si tratti di un jolly o di un due di picche

Il premier israeliano tenta il tutto per tutto: provocare l’Iran per trascinare gli Stati Uniti in guerra. Ma potrebbe finire anche in un altro modo…

Netanyahu ha calato la sua ultima carta

Dopo l’attacco lanciato da Israele sull’Iran, in cui tra l’altro è stato distrutto un impianto nucleare, costruito in superficie, dove veniva arricchito l’uranio fino al 60% (lo ha riferito il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi), Teheran ha contrattaccato con varie ondate di lanci di missili balistici su tutto il Paese. Colpiti almeno sette siti a Tel Aviv, con 3 morti e oltre 80 feriti. Ora si aprono due scenari: la reazione iraniana supera oppure no un punto di non ritorno.

L’obiettivo: costringere gli USA a intervenire

Benjamin Netanyahu ha mosso la sua pedina più rischiosa. Il piano è chiaro: spingere l’Iran a reagire con violenza, colpendo civili israeliani, per costringere gli Stati Uniti a scendere in campo militarmente. Una mossa disperata per riportare Washington al fianco di Tel Aviv, dopo che Donald Trump ha preso le distanze dalla questione mediorientale negoziando con Teheran, lasciando campo libero alla Turchia in Siria e strizzando l’occhio agli Houthi.

Il piano: provocare una reazione impulsiva

Netanyahu punta a un’escalation: una risposta eclatante da parte dell’Iran, un attacco che crei indignazione internazionale e renda impossibile per Trump restare fuori dal conflitto. Una manovra estrema, che somiglia a un bluff… ma potrebbe anche trasformarsi in miccia di un’esplosione globale.

L’Iran ha un’arma segreta: il dialogo con Trump

Ma Teheran potrebbe non cadere nella trappola. Come già accaduto in passato, i persiani potrebbero optare per una risposta contenuta e diplomatica, limitandosi a una ritorsione simbolica e riprendendo il dialogo diretto con gli Stati Uniti. Se così fosse, Netanyahu resterebbe scoperto, e il suo bluff verrebbe smascherato.

Se l’Iran gioca bene, potrebbe uscirne vincente

L’arma più potente dell’Iran è proprio Trump, riluttante ad aprire nuovi fronti bellici. Se Teheran sceglie la via della negoziazione, potrebbe addirittura riposizionarsi come interlocutore moderato agli occhi americani, lasciando Netanyahu in un angolo. Non sarebbe la fine dello Stato ebraico, ma un colpo durissimo per la sua leadership.

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