
Presentato al pubblico iraniano a maggio, il nuovo missile balistico ‘Soleimani’ – così chiamato in onore del generale Qassem Soleimani ucciso nel 2020 – si è rivelato una delle armi più temibili della Repubblica islamica. A medio raggio e con tecnologia a combustibile solido, il razzo promette precisione, resistenza alla guerra elettronica e capacità di eludere le più avanzate difese antimissile.
Supera anche il Thaad: la sorpresa che scuote Israele
Non è solo l’Iron Dome a proteggere Israele: ci sono anche David’s Sling, Arrow e il sofisticato Thaad americano. Quest’ultimo, pensato per intercettare missili balistici anche oltre l’atmosfera, non è riuscito a fermare il “Soleimani”. Un segnale allarmante per Tel Aviv, che mai prima d’ora aveva visto le proprie difese violate in questo modo.
Obiettivo: colpire al cuore
Nonostante la percentuale limitata di missili lanciati, l’Iran ha dimostrato di poter colpire nel cuore delle città israeliane come Tel Aviv, Gerusalemme o Bat Yam. Un salto di qualità che cambia gli equilibri strategici nella regione. E i social iraniani non hanno perso occasione per celebrarlo come una “svolta epocale”.
Un arsenale limitato ma strategico
Quanti missili ‘Soleimani’ ha realmente l’Iran? Il loro uso mirato fa pensare a una disponibilità limitata, ma già sufficiente a minare la superiorità difensiva di Israele. E mentre la diplomazia tace, i cieli del Medio Oriente si fanno più instabili.
La guerra va avanti
Intanto, anche nella notte tra domenica e lunedì una nuova pioggia di missili è stata lanciata sia dall’Iran che da Israele, causando nuovi morti e distruzioni.