Un Giuseppe Conte visibilmente provato da un vertice europeo che si è tradotto in una maratona negoziale notturna, sino alle 4 del mattino, ha preso la parola alla conferenza stampa rimarcando che sulla procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia e su come evitarla, il "negoziato è molto complesso, molto difficile. La trattativa è ancora in corso". Nulla è ancora stato deciso ma Conte di fatto ha confermato che la macchina della Commissione che porta alla procedura è in moto, l'Italia non è riuscita a fermarla. "Spero in un approccio costruttivo" ha detto il presidente del Consiglio.
La preoccupazione del governo di Roma si estende all'esito del summit nel suo insieme. "Ho fatto modificare più di un passaggio nel documento finale. E quando, in merito allo stato di avanzamento dei lavori, si voleva scrivere 'Council welcomes...', beh l'Italia non dà il benvenuto a nulla. Anzi ho fatto modificare più di un passaggio".
Altrettanto severo il commento sull'Unione bancaria. "E' composta da tre punti, uno collegato all'altro. Noi non diamo l'assenso su singoli frammenti, che magari stanno bene a un Paese e che non recano nessun vantaggio all'Italia la quale, accettando ora un singolo frammento, perderebbe poi potere negoziale successivamente".
Anche sulle nomine ai vertici delle istituzioni europee "nessun accordo, non si è parlato di nomi" dice il presidente del Consiglio dei Ministri. "Confermo che l'Italia ha chiesto un commissariato di primaria importanza, ma non la presidenza della Commissione".
Infine un giudizio complessivo, che richiama immagini che pronunciò a suo tempo un altro premier in tema di vertici europei, Berlusconi. "L'Italia non deve chiedere scusa su nulla. Siamo una potenza del G7, non andiamo con il cappello il mano".
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