La seconda e la terza economia dell’Ue firmano il ‘Trattato del Quirinale’: Francia e Italia valgono il 26% del pil comunitario

Più cooperazione Roma-Parigi: l’Italia si candida ad assumere un ruolo di vertice. Per i francesi è il secondo Trattato bilaterale dopo quello del 1963 con la Germania firmato Konrad Adenauer e Charles De Gaulle e rinnovato nel 2019.

È stato firmato il Trattato del Quirinale dal presidente del Consiglio Mario Draghi e dal presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata, che sigla un patto di reciproca consultazione tra Italia e Francia, è composto di un preambolo sui valori e di undici capitoli che riguardano: esteri, difesa, Europa, migrazioni, giustizia, sviluppo economico, sostenibilità e transizione ecologica, spazio, istruzione formazione e cultura, gioventù, cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione. Inoltre, c’è un ulteriore punto per il quale un ministro del governo francese ogni tre mesi parteciperà al Consiglio dei ministri dell’esecutivo italiano e viceversa.

L’Eliseo ha spiegato che il Trattato “favorirà la convergenza delle posizioni francesi e italiane, come pure il coordinamento tra i due Paesi”. Il governo italiano, attraverso le parole del sottosegretario Enzo Amendola, ha spiegato che “si attua un meccanismo di consultazione permanente che prevederà dei vertici annuali dei due governi, delle consultazioni strategiche, permanenti e paritarie tra i ministri degli esteri, su tutti i temi”.

Per i francesi si tratta del secondo trattato bilaterale dopo quello con la Germania siglato una prima volta all’Eliseo nel 1963 dagli allora presidenti Konrad Adenauer e Charles De Gaulle, e rinnovato nel 2019 ad Aquisgrana da Angela Merkel e Emmanuel Macron.

Ma ora l’Ue guarda a un futuro senza più la cancelliera tedesca, con molte sfide da affrontare. È in questa ottica che può essere letto questo nuovo Trattato in una fase nella quale sono in particolare due i punti sui quali i due paesi sono allineati: la revisione dei parametri del Patto di stabilità europeo (al momento sospeso per la pandemia) e la gestione dei migranti. Temi caldi rispetto ai quali la distanza con Berlino potrebbe aumentare, nonostante il nuovo governo ‘semaforo’ che si appresta ad insediarsi a Berlino.

Peraltro, le relazioni tra i due paesi sono già molto forti, basti pensare che la Francia è il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania e Oltralpe operano 1.700 imprese italiane con 63.000 dipendenti. Tali relazioni hanno vissuto tuttavia momenti di frizione e di divergenza di obiettivi sia nei settori della politica estera che dell’economia, basti pensare ad alcuni passaggi della crisi libica e all’affaire Fincantieri-Stx senza dimenticare l’ultimo capitolo dei rapporti Vivendi-Tim.

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