L’accordo Draghi-Macron messo (quasi tutto) nero su bianco sul Ft. Cosa non dicono i due leader

Il presidente francese e il premier italiano firmano un intervento pubblicato dalla testata britannica. Il loro obiettivo (non dichiarato apertamente) nell’articolo è lo scorporo degli investimenti green dal Patto di stabilità europeo e il via libera alla promozione nella tassonomia dell’Ue del nucleare tra le energie verdi. La situazione paradossale dell’Italia: sostiene l’idea della Francia di puntare sul nucleare, ma non può produrla sul proprio territorio (in seguito al referendum del 1987).

L’accordo Draghi-Macron messo (quasi tutto) nero su bianco sul Ft

Due leader europei di primo piano scendono in campo per chiedere una riforma delle regole di bilancio che promuova, invece di frenare, la crescita economica. E lo fanno con un intervento a doppia firma sul Financial Times. “Non c’è dubbio che dobbiamo abbassare i nostri livelli di indebitamento - scrivono Draghi e Macron sul quotidiano britannico -. Ma non possiamo aspettarci di farlo attraverso tasse più alte o tagli insostenibili alla spesa sociale, né possiamo soffocare la crescita attraverso aggiustamenti fiscali non praticabili.”

“L’Ue – scrivono i due - è stata spesso accusata di fare troppo poco e agire troppo tardi nell’affrontare le crisi. La risposta collettiva alla recessione causata dal Covid-19 non è stata né troppo poco, né è arrivata troppo tardi. Piuttosto, ha dimostrato l’importanza di agire in modo tempestivo e coraggioso. E ha confermato i vantaggi di un coordinamento nelle politiche tra Paesi e istituzioni. Per combattere la crisi, i Governi dell’Ue hanno erogato quasi 1.800 miliardi di euro in aiuti per famiglie e imprese. La Banca Centrale Europea ha intrapreso un vasto programma di stimolo monetario per sostenere il credito. La Commissione Europea ha sospeso le sue regole di bilancio e, insieme ai Governi, ha lanciato il programma Next Generation Eu, un piano da 750 miliardi di euro per finanziare investimenti e riforme.”

“Dobbiamo affrontare le grandi sfide di lungo termine che abbiamo davanti -aggiungono -. La crisi climatica e della biodiversità stanno peggiorando. Le tensioni geopolitiche e militari sono in aumento. La tecnologia è sempre più centrale per il nostro benessere, ma allo stesso tempo acuisce le disuguaglianze esistenti e crea nuove divisioni. I cambiamenti demografici stanno mutando profondamente la struttura delle nostre società. Su tutte queste tematiche, l’Ue deve agire con rapidità e coraggio. In Italia e in Francia, abbiamo già realizzato riforme ambiziose per proteggere i cittadini e aiutarli a realizzare il loro potenziale, e abbiamo già ottenuto risultati tangibili. Ora dobbiamo andare oltre. Dobbiamo accelerare il programma di riforme e completare questa trasformazione con investimenti su larga scala nella ricerca, nelle infrastrutture, nella digitalizzazione e nella difesa.”

“La Commissione europea - si legge nell’articolo - ha lanciato una consultazione sul futuro delle regole di bilancio dell’Ue e sono state avanzate proposte interessanti. Abbiamo bisogno di più spazio di manovra e di margini di spesa sufficienti per prepararci al futuro e per garantire la nostra piena sovranità. Il debito per finanziare tali investimenti, che certamente gioveranno alle generazioni future e alla crescita di lungo termine, dovrà essere favorito dalle regole di bilancio, dato che questo tipo di spesa pubblica contribuisce alla sostenibilità di lungo termine del debito.”

In estrema sintesi, Macron e Draghi sembrano puntare a due obiettivi precisi: lo scorporo degli investimenti green dal Patto di stabilità e il via libera alla promozione nella tassonomia dell’Ue del nucleare tra le energie verdi. E qui si apre un paradosso per l’Italia: promuove l’adozione a livello europeo dell’energia nucleare, ma non può produrla sul proprio territorio (in seguito al referendum del 1987. Il che significa (nel breve periodo) aumentare l’importazione dell’energia da fissione (in particolare) dalla Francia. E nel lungo periodo? Si va verso una nuova consultazione referendaria?

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