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La Slovacchia ha ritirato il proprio veto all’adozione del nuovo pacchetto sanzionatorio contro Mosca. Il premier Robert Fico, da sempre critico verso l’embargo, ha fatto marcia indietro: “Bloccarlo è controproducente, rischiamo gli interessi del Paese”. L’Unione Europea ha così approvato il 18° pacchetto di sanzioni, puntando dritto al cuore dell’economia russa.
Zelensky ringrazia e rilancia: “Pressione necessaria”
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha definito le nuove sanzioni “essenziali”, ringraziando in particolare Ursula von der Leyen e la presidenza danese dell’Ue. Le misure, spiega, colpiscono petrolio, flotta ombra, aziende e individui che finanziano “omicidi con il petrolio”. Prevista anche la messa al bando dei gasdotti Nord Stream, considerati parte della strategia bellica russa.
Kallas: “Sanzioni tra le più dure mai viste”
L’Alta rappresentante dell’Ue Kaja Kallas ha definito il pacchetto “uno dei più incisivi di sempre”: prese di mira 105 navi della flotta ombra, il sistema bancario russo e perfino la raffineria Rosneft in India. Stretta anche contro le banche cinesi che aiutano Mosca ad aggirare le restrizioni. E c’è un chiaro messaggio: “Fermare l’aggressione sarà l’unica via d’uscita”.
Francia: “Sanzioni senza precedenti”
Il ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot ha confermato l’intesa: “Adottiamo misure mai viste prima. Con gli Stati Uniti costringeremo Putin al cessate il fuoco”. La Francia, insieme alla Commissione Ue, ha avuto un ruolo centrale nella definizione delle nuove misure restrittive.
Von der Leyen: “La pressione resta alta”
“Colpiamo il cuore della macchina da guerra russa”, ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sottolineando il nuovo tetto dinamico al prezzo del petrolio russo (46 dollari al barile, il 15% sotto la media di mercato). Le sanzioni colpiscono i settori energetico, bancario e militare-industriale, e resteranno in vigore “finché Putin non porrà fine alla guerra”.