Monte Bianco, Macron vuole la vetta

Sale la tensione tra Parigi e Roma. L’ultimo motivo di attrito: due leggi a favore della biodiversità violano la sovranità italiana sul proprio territorio

Monte Bianco, Macron vuole la vetta

Il nodo gira attorno a due misure di protezione del sito naturale del Monte Bianco adottate dalla prefettura dell’Alta Savoia il primo ottobre scorso che hanno scatenato il “forte disappunto” italiano espresso formalmente, su istruzione del ministro Luigi Di Maio, dall’ambasciata di Parigi alle autorità francesi. Il progetto era stato annunciato già il 13 febbraio dal presidente francese Emmanuel Macron, durante la visita del ghiacciaio Mer de glace.

Si tratta di nuovi provvedimenti creati dal ministero per la Transizione ecologica e che mirano a “proteggere in modo specifico habitat naturali in quanto tali, indipendentemente dalla presenza di specie protette da misure normative”. Un modo per “garantire una protezione efficace di alcuni ambienti rari che fino ad oggi non hanno beneficiato di uno strumento legislativo adeguato”.

Il perimetro dell’area protetta sul massiccio del Monte Bianco copre una superficie di 3.175 ettari e crea due zone: una centrale (circa l’80& del totale) riservata alla pratica dell’alpinismo e dello scialpinismo, l’altra accessibile a tutti. Ma proprio nell’area centrale rientra anche la zona del ghiacciaio del Gigante, dove si trovano il rifugio Torino e la stazione ‘Punta Helbronner’ della funivia Skyway, che parte da Courmayeur. Un territorio che l’Italia considera proprio.

Secondo il governo del nostro paese, la linea di confine del Monte Bianco passa sullo spartiacque, mentre per la Francia sul Monte Bianco di Courmayeur. Nel giugno 2019 un’ordinanza dei comuni francesi di Chamonix e Saint-Gervais aveva fatto divampare la polemica, dato che aveva esteso nell’area contesa tra i due Stati il divieto di atterraggio in parapendio su un perimetro di 600 metri attorno alla cima del Monte Bianco.

L’Italia fa riferimento al Trattato fra Regno di Sardegna e Impero francese (Torino, 24 marzo 1860) e alla Convenzione di delimitazione tra Sardegna e Francia (Torino, 7 marzo 1861) in esecuzione dello stesso trattato. La cartografia francese invece sposta il confine sul versante sud del massiccio per un’area di 82 ettari, rifacendosi a quelli sanciti con l’armistizio di Cherasco del 1796 dopo la prima campagna Napoleonica in Italia ed entrati - dopo una decisione unilaterale francese - sulle carte ufficiali a partire dal 1865.

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