
Il 7 maggio l’India e il Pakistan si sono attaccati a vicenda, causando almeno decine di morti sul versante pachistano e otto su quello indiano, nel più grave confronto militare tra i due paesi degli ultimi vent’anni.
L’India ha condotto dei raid aerei in territorio pachistano, seguiti da scambi d’artiglieria tra i due eserciti lungo il confine conteso in Kashmir.
Dal 22 aprile, quando alcuni uomini armati avevano ucciso 26 persone in un attentato a Pahalgam, nel Kashmir indiano, la tensione tra le due potenze nucleari era salita oltre il livello di guardia.
L’escalation diplomatica è sfociata in un confronto militare nella notte tra il 6 e il 7 maggio.
“Nove campi terroristici sono stati distrutti durante i raid aerei”, ha affermato Vyomika Singh, una portavoce dell’esercito indiano.
I missili indiani, che hanno colpito sei località del Kashmir pachistano e della provincia del Punjab, e i successivi scambi d’artiglieria hanno causato almeno 26 morti e 46 feriti in Pakistan, ha riferito il generale Ahmed Chaudhry, portavoce dell’esercito di Islamabad.
È stata anche danneggiata la centrale idroelettrica di Neelum-Jhelum, ha aggiunto.
L’India ha invece riferito di otto morti e 29 feriti nella località di Poonch, nel territorio indiano del Jammu e Kashmir, durante gli scambi d’artiglieria.
Una fonte della sicurezza di New Delhi ha inoltre dichiarato all’Afp che tre caccia indiani sono precipitati per motivi che non sono ancora stati chiariti.
Il ministro della difesa pachistano Khawaja Asif ha assicurato all’Afp che il Pakistan ha abbattuto “cinque aerei nemici”.
Il 7 maggio il Comitato di sicurezza nazionale del Pakistan si è riunito nella capitale Islamabad per decidere come rispondere ai raid aerei di New Delhi. L’organismo, che riunisce i più alti funzionari civili e militari del paese, si riunisce solo in caso di estrema urgenza.
Dopo l’attentato di Pahalgam l’India aveva accusato il Pakistan di “terrorismo transfrontaliero”, mentre Islamabad aveva smentito il suo coinvolgimento.
Nella notte tra il 6 e il 7 maggio l’aviazione indiana ha colpito anche la moschea Subhan a Bahawalpur, nella provincia del Punjab, legata secondo New Delhi al gruppo jihadista Lashkar-e Taiba (Let).
L’India accusa il gruppo, sospettato degli attentati che avevano causato 166 morti a Mumbai nel 2008, di essere responsabile dell’attacco del 22 aprile.
Durante la notte il segretario di stato statunitense Marco Rubio ha avuto dei colloqui con i suoi colleghi indiano e pachistano, invitandoli a dialogare per “evitare un’escalation”, ha affermato la Casa Bianca.
La sera del 6 maggio il primo ministro indiano Narendra Modi aveva affermato di voler “bloccare l’acqua” dei fiumi che dall’India irrigano il Pakistan, una minaccia impossibile da attuare a breve termine, secondo gli esperti.
Il giorno dopo l’attacco di Pahalgam New Delhi aveva sospeso un importante trattato sulla condivisione delle risorse idriche tra i due paesi, firmato nel 1960.