“Mi si nota di più se vado o non vado?”. Il dilemma afgano di Biden

Il presidente Usa, attaccato da più fronti e dal ‘fuoco (mediatico) amico’, apre alla proroga del ritiro delle truppe con un comportamento che ricorda (con una nota ironica e soprattutto drammatica) Nanni Moretti nel film cult ‘Ecce bombo’. Il portavoce dei talebani: “Se restate reagiremo”. Intanto anche il Regno Unito potrebbe decidere di rinviare l’addio al paese asiatico

“Mi si nota di più se vado o non vado?”. Il dilemma di Biden

In 31 mila sono stati evacuati dall’Afghanistan da luglio, 11 mila solo nel fine settimana, un’operazione “senza precedenti, difficile e dolorosa. C’è ancora molto da fare e qualcosa potrebbe andare storto”. Utilizzando queste parole, Joe Biden ha parlato nuovamente ai cittadini statunitensi (e non solo), alla luce del caos che persiste a Kabul (e in buona parte del paese asiatico) dopo la riconquista da parte dei talebani.

Il capo della Casa Bianca, subissato dalle critiche ha sostenuto che “non era nell’interesse nazionale restare”. E quanto alla scadenza del 31 agosto, la speranza è di non doverla superare ma ha confermato che ci sono “discussioni in corso” con i vertici militari.

“Il presidente Biden ha annunciato che ritireranno tutte le loro truppe entro il 31 agosto. Se estendono questo termine vuol dire che stanno prorogando l’occupazione: è una linea rossa e se lo faranno ci saranno conseguenze”. È la replica rilasciata a Sky News da Doha dal portavoce dei talebani, Suhail Shaheen.

Commentando le immagini di disperazione di chi cerca di scappare dal Paese, Shaheen ha bollato il fenomeno come “migrazione economica” assicurando che “non è perché sono preoccupati o spaventati. Vogliono risiedere nei paesi occidentali e questa è una sorta di migrazione economica perché l’Afghanistan è un paese povero e il 70% della popolazione afgana vive sotto la soglia della povertà, quindi tutti vogliono stabilirsi nei paesi occidentali per avere una vita prospera.”

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