Pfas: l’inquinamento invisibile che respiriamo ogni giorno

Sono ovunque: in casa, al lavoro, nei prodotti che usiamo quotidianamente. I Pfas, noti come ‘inquinanti eterni’, minacciano la salute di tutti, soprattutto dei bambini. Ecco cosa c’è da sapere.

Pfas: l’inquinamento invisibile che respiriamo ogni giorno

Dal teflon alle padelle antiaderenti, dai cosmetici agli imballaggi alimentari, dai tappeti ai mobili imbottiti: i Pfas (sostanze perfluoroalchiliche e polifluoroalchiliche) sono presenti in centinaia di oggetti di uso comune. E finiscono in ogni ambiente chiuso che abitiamo: case, scuole, ospedali, uffici.

Inquinanti “eterni” e pericolosi

Introdotti nel 1938, i Pfas sono resistenti a calore, acqua, grasso e olio, ma cancerogeni, tossici per la fertilità, per lo sviluppo fetale e per il sistema endocrino e immunitario. Un mix letale, oggi al centro di regolamentazioni europee sempre più stringenti.

L’Europa corre ai ripari (ma non abbastanza)

Dal 2020 l’Ue ha avviato una strategia per limitarli. Dal 2026 entreranno in vigore nuovi limiti su concentrazioni ammesse in prodotti come abbigliamento, cosmetici, carta alimentare e schiume antincendio. Intanto, in Italia un recente decreto ha fissato un limite massimo di 20 nanogrammi per litro nell’acqua potabile – troppo alto rispetto a Paesi come la Danimarca (2 ng/l).

Dentro casa l’aria è più tossica di quella esterna

I Pfas contribuiscono al drammatico inquinamento indoor, che secondo l’Oms provoca oltre 3 milioni di morti l’anno, di cui 237 mila tra i bambini sotto i 5 anni. Un’aria che può essere fino a 5 volte più inquinata di quella esterna, anche a causa di fumo, detersivi, profumi, dispositivi elettronici.

I bambini sono i più esposti

Uno studio condotto a Stoccolma ha rilevato alte concentrazioni di Pfas nelle camerette dei bambini e negli asili. Organi in sviluppo e tempo prolungato negli ambienti chiusi rendono i più piccoli le vittime più vulnerabili, con un rischio quasi doppio di contrarre malattie respiratorie.

Cosa possiamo fare davvero?

Aprire le finestre è utile solo dove l’aria esterna è pulita. In città, invece, servono sistemi di filtraggio e sensori per il monitoraggio dell’aria. Una ventilazione ben progettata può ridurre del 70-80% i livelli di rischio, ma è essenziale evitare impianti improvvisati o mal calibrati.

Un pericolo silenzioso, un’urgenza reale

I Pfas non si vedono, non si toccano, ma sono dentro di noi e intorno a noi. Serve una nuova consapevolezza, per pretendere regole più severe e fare scelte quotidiane più sane. La salute, soprattutto quella dei più piccoli, non può aspettare.

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