
L’Italia si colloca al 23esimo posto sui 38 Paesi dell’Ocse per salari netti, con il cuneo fiscale cresciuto di 1,61 punti, a quota 47,1%, confermandosi largamente al di sopra della media dell’Organizzazione con sede a Parigi (34,9%) e posizionando l’Italia al quarto posto. Lo ricorda l’Ocse nel suo rapporto ‘Taxing wages’, in cui calcola i dati a parità di potere d’acquisto.
I salari netti italiani perdono terreno: superati da quelli spagnoli e incalzati da quelli polacchi e turchi
Il salario al netto della tassazione nella penisola nel 2024 risulta di 36.600 euro, contro la media Ocse di 39.800 euro e pone la penisola al 23esimo posto tra i 38 paesi che aderiscono all’Organizzazione. È un livello inferiore anche a quello della Spagna (38.000 euro) e simile a quello della Polonia (34.600) e della Turchia (34.400).
Francia e Germania hanno un cuneo fiscale più elevato che in Italia, ma anche i salari netti sono superiori
Anche i paesi che hanno un cuneo fiscale più elevato di quello italiano (quarto nell’Ocse al 47,1%), o su livelli simili, hanno livelli salariali netti più alti. La Francia è a 42.800 euro, il Belgio a oltre 45.900, la Germania si avvicina ai 49.400 e l’Austria viaggia sui 52.100. Il salario netto medio più alto è della svizzera a 74.800 euro. Sopra i 53.000 euro ci sono poi i Paesi Bassi, la Norvegia, il Lussemburgo e il Regno Unito. Gli Usa si attestano, invece, a quota 47.100 euro.
Presi per il PIL
L’autorevole Ocse evidenzia il peso del cuneo fiscale nei salari in Italia, lasciando intendere che se i salari sono bassi è anche e soprattutto per questo motivo. In realtà, come la stessa Ocse riporta, anche i paesi che hanno un cuneo fiscale più elevato di quello italiano registrano livelli salariali netti più alti. Il che ci ricorda che nel caso italiano più che l’aspetto fiscale a pesare è il modesto livello medio dei salari lordi.