Dalla Spagna all’Islanda, passando per Unilever in Nuova Zelanda, alcuni paesi stanno valutando il taglio della settimana lavorativa da cinque a quattro giorni. Una possibilità che potrebbe ora diventare concreta realtà in Belgio.
La riforma del lavoro è al vaglio dell’esecutivo, anche se non tutti sono d’accordo. I sindacati e anche le associazioni datoriali hanno espresso molti dubbi, dal momento che è previsto un giorno di riposo in più ma con un allungamento dell’orario di lavoro giornaliero.
La misura è stata proposta dal partito liberale Open-VLD all’interno di una serie di proposte per la riforma del lavoro che il governo belga intende intraprendere e che sarà discusso nelle trattative sul bilancio per il 2022 nella coalizione a sette partiti di cui fanno parte anche socialisti, democristiani e verdi.
Secondo l’Open-VLD, l’idea di comprimere l’orario consentirebbe una migliore conciliazione tra vita professionale e lavorativa, lasciando una giornata libera in più, e sarebbe positiva per l’ambiente riducendo il pendolarismo.
Le voci critiche si concentrano soprattutto sul fatto che il carico di lavoro giornaliero aumenterebbe allungando la giornata lavorativa, dalle attuali 7 ore e 36 minuti a 9 ore e mezza. Il che non necessariamente sarebbe meglio per il benessere del lavoratore, per l’equilibrio tra lavoro e vita privata, e tantomeno per la produttività.
Così, dopo la scorpacciata di smart working e l’accelerazione digitale arrivate con la pandemia, il Belgio si unisce a un dibattito che sta guadagnando terreno in Europa.
In Spagna, la multinazionale della moda Desigual ha deciso nei giorni scorsi di introdurre la settimana di quattro giorni con salari ridotti per i suoi dipendenti. Ma il caso più rilevante riguarda l’Islanda, che tra il 2015 e il 2017 ha registrato una riduzione dell’orario di lavoro nel settore pubblico da 40 a 35 ore settimanali, ripartita su quattro giorni e senza riduzione salariale, che è stata abbinata a misure per migliorare la produttività.
Il risultato è stato un miglioramento del benessere e dell’equilibrio tra lavoro e vita privata per i dipendenti e la produttività è stata mantenuta o addirittura aumentata, secondo il think tank Anatomy. Un caso di successo che ha portato i sindacati a negoziare una riduzione dell’orario per l’86% della forza lavoro dell’isola.