L’industria automobilistica tedesca ha tagliato 51.500 posti di lavoro in un anno

Il settore automobilistico tedesco, colpito da dazi e crollo delle esportazioni, taglia il 7% della sua forza lavoro. La Cina non è più il mercato d’oro e anche gli Usa alzano le barriere

Crisi dell’auto, persi oltre 51mila posti in un anno

Il cuore dell’economia tedesca trema: il comparto automobilistico ha perso 51.500 posti di lavoro in dodici mesi, pari al 6,7% dell’intera forza lavoro del settore. A rivelarlo è uno studio di EY, basato sui dati ufficiali dell’istituto di statistica federale.

Cina e Stati Uniti, mercati sempre più ostili

Il crollo delle esportazioni pesa come un macigno. Le vendite verso gli Stati Uniti, primo mercato per la Germania, sono diminuite del 10% dopo l’introduzione di nuovi dazi voluti da Trump. Ancora peggiore il quadro in Cina, scivolata dal secondo al sesto posto come sbocco commerciale: le esportazioni tedesche sono crollate del 14% su base annua, travolte dalla concorrenza dei marchi locali di auto elettriche.

I big dell’auto corrono ai ripari

Colossi come Mercedes, Volkswagen, Audi, Porsche, Bosch e Continental hanno già varato piani di risparmio e riduzione dei costi. E i tagli colpiscono soprattutto gli stabilimenti tedeschi, in cui sono concentrati ricerca, sviluppo e management.

Futuro incerto

Secondo EY, il trend negativo non si fermerà presto. Dopo anni di piena occupazione, la Germania si prepara a una fase di disoccupazione crescente anche tra i profili altamente qualificati.

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