La partita di giro intorno al petrolio

Trump mette nel mirino il petrolio russo: “La NATO deve dire basta”. Ma Ankara, Budapest e Bratislava continuano a comprare. E parte di quel greggio, una volta raffinato, torna in Europa come prodotto petrolifero, aggirando di fatto le sanzioni.

La partita di giro intorno al petrolio

Donald Trump alza la posta (apparentemente). Il presidente USA ha annunciato che Washington imporrà nuove “sanzioni pesanti” alla Russia solo se tutti i Paesi NATO smetteranno di acquistare petrolio da Mosca. Lo ha scritto su Truth, aggiungendo di aver già inviato una lettera ufficiale agli alleati.

A suo dire, comprare greggio da Putin “indebolisce la NATO” e mina la posizione negoziale dell’Alleanza nella guerra in Ucraina.

Turchia, il grande paradosso dell’Alleanza

C’è però un problema: la Turchia è oggi il terzo acquirente mondiale di petrolio russo, dietro solo a Cina e India.

Nel 2023, dopo l’embargo europeo, Ankara è balzata dal 14° al 3° posto. E gran parte di quel greggio, una volta raffinato, torna in Europa come prodotto petrolifero, aggirando di fatto le sanzioni.

L’Europa che finanzia ancora Mosca

Secondo Nomisma Energia, nei primi sei mesi del 2025 la Turchia ha importato 15,6 milioni di tonnellate di petrolio e derivati da Mosca.

Anche Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca hanno continuato ad acquistare, seppur con quantità minori (rispettivamente 3, 2,2 e 0,5 milioni di tonnellate). Un flusso che vale circa 10 miliardi di euro nei primi sei mesi dell’anno.

Solo Praga ha chiuso i rubinetti

Ad aprile la Repubblica Ceca ha interrotto le forniture russe dopo 60 anni, ma Ungheria e Slovacchia restano ancora collegate direttamente all’oleodotto Druzhba, che porta greggio da Mosca in Europa centrale.

Il petrolio russo rientra “dalla finestra”

Un altro canale riguarda l’India: acquista petrolio russo, lo raffina e rivende cherosene e altri prodotti all’Europa.

Solo l’Italia ha comprato nei primi sei mesi del 2025 220mila tonnellate di jet fuel (144 milioni di euro) dal Subcontinente. A livello UE, le importazioni da Nuova Delhi e Ankara valgono circa 1,5 miliardi di euro, e per due terzi provengono da greggio russo.

L’unico modo di rendere effettive le sanzioni è colpire le triangolazioni con altri paesi. In caso contrario, le sanzioni restano tali solo sulla carta.

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