Il ritorno dell’oro: il metallo brilla, ma annuncia tempesta

Prezzo record sopra i 4.000 dollari l’oncia: la corsa degli investitori verso i “beni rifugio” segnala la paura dei mercati. E stavolta il pericolo non arriva dalla finanza, ma dalla politica…

Il ritorno dell’oro: il metallo brilla, ma annuncia tempesta

Il 7 ottobre 2025 l’oro ha superato, per la prima volta nella storia, la soglia dei 4.000 dollari l’oncia. Solo sei mesi fa era a 3.000 dollari: un balzo del 30% in poco tempo. Il valore del metallo giallo raddoppiato in un anno è il segnale che gli investitori cercano rifugio dai venti di tempesta — in particolare dalle incertezze che arrivano dagli Stati Uniti.

Trump, debito e dollaro: il triangolo del rischio

Il vero fattore di instabilità ha un nome preciso: Donald Trump. I mercati si aspettano che la sua politica economica — tagli alle tasse e controllo sulla Federal Reserve — possa portare a una nuova ondata di inflazione e instabilità monetaria. Gli investitori fuggono così dai Treasury americani (i titoli di Stato) e corrono verso l’oro. Goldman Sachs prevede che, se solo l’1% dei capitali lasciasse i bond statunitensi, il prezzo del metallo giallo potrebbe toccare i 5.000 dollari.

Le banche centrali fanno incetta d’oro

A muovere i mercati non sono solo i privati. Le banche centrali di tutto il mondo hanno comprato oltre 1.000 tonnellate di oro nel 2024, per il terzo anno consecutivo. L’obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza dal dollaro.

Dalla Francia al Giappone, la paura è globale

Le incertezze, nel frattempo, si allargano anche fuori dagli Stati Uniti: la Francia è in piena crisi politica, il Regno Unito rallenta, e il Giappone rafforza il controllo del governo sulla sua banca centrale. Tutti segnali che spingono gli investitori a rifugiarsi nei beni solidi, prima che arrivi la tempesta.

Oro, Bitcoin e diamanti: i nuovi rifugi

Oltre all’oro, cresce anche l’interesse per Bitcoin e criptovalute, considerate da molti il “nuovo oro digitale”. Il Bitcoin ha toccato un record di 125.689 dollari. Meno brillanti invece i diamanti, penalizzati dalla concorrenza delle pietre sintetiche, ma pur sempre un bene rifugio “fisico”.

Il barometro delle tempeste globali

Il prezzo dell’oro, dicono gli analisti, è come un barometro geopolitico: quando sale troppo, vuol dire che il mondo trema. E oggi il metallo più antico della Terra sembra suggerire una cosa chiara: la tempesta si sta avvicinando.

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