Il gas europeo parla francese: l’assalto di TotalEnergies agli asset di Křetínský (e la denuncia per crimini di guerra)

Il colosso francese investe 5,1 miliardi per metà degli impianti europei di EPH, inclusi numerosi siti italiani. Ma mentre TotalEnergies rafforza il suo impero nel gas, una Ong la accusa a Parigi di aver sostenuto milizie responsabili di torture e omicidi in Mozambico

Il gas europeo parla francese (e la denuncia per crimini di guerra)

La settimana del gigante energetico francese si apre con un’accusa pesantissima. Il Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (ECCHR) ha denunciato TotalEnergies alla Procura nazionale antiterrorismo francese: secondo la Ong, la società avrebbe finanziato e sostenuto la Joint Task Force mozambicana, composta da militari accusati di torture, detenzioni arbitrarie e uccisioni di civili tra il luglio e il settembre 2021.

L’area è quella del maxi progetto gasiero nella provincia di Cabo Delgado, una delle più instabili dell’Africa orientale. La denuncia sostiene che il gruppo francese avrebbe avuto un ruolo non solo economico ma materiale nel sostegno alle operazioni.

L’accordo miliardario: TotalEnergies compra metà degli asset europei di EPH

Parallelamente, il gruppo guidato da Patrick Pouyanné ha annunciato un maxi accordo industriale dal peso strategico enorme per il mercato europeo del gas. TotalEnergies acquisirà il 50% degli asset elettrici europei di EPH, il gruppo controllato dal miliardario ceco Daniel Křetínský, in cambio di azioni per 5,1 miliardi di euro. In pratica: Křetínský diventa uno dei principali azionisti del colosso francese, con una quota del 4,1%. Si tratta di un'operazione valutata complessivamente 10,6 miliardi di euro, debiti inclusi, con closing previsto per metà 2026.

La joint-venture: gestione condivisa, autonomia commerciale

L’intesa prevede una gestione congiunta degli impianti attraverso una joint-venture, mentre ciascun gruppo manterrà autonomia sulle attività commerciali.

In totale, il portafoglio comprende 14 GW di capacità lorda, tra: centrali a gas; impianti a biomassa, sistemi di accumulo; progetti in costruzione o sviluppo.

Italia al centro del nuovo polo energetico

Il dato più interessante per il mercato italiano: 7,5 gigawatt degli asset coinvolti si trovano proprio in Italia. In dettaglio: 3,7 GW già operativi; 2,4 GW in costruzione; 1,4 GW in fase di sviluppo.

EPH è presente in Italia dal 2015, dopo l’acquisizione delle centrali E.ON. Oggi controlla impianti strategici come: Ostiglia (Mantova); Trapani; Livorno Ferraris (Vercelli); Tavazzano e Montanaso (Lodi); Fiume Santo (Sassari, 75%); Scandale (Crotone, 50% con A2A).

Una fetta consistente del sistema elettrico nazionale passa già dalle mani del gruppo ceco, e ora la partnership con TotalEnergies ridisegna ulteriormente la mappa energetica italiana.

La mossa strategica di TotalEnergies: gas-to-power europeo

Per TotalEnergies questa acquisizione è un tassello chiave della sua strategia: trasformarsi in uno dei principali player dell’energia elettrica in Europa integrando il gas con la produzione elettrica (“gas-to-power”).

L’operazione permetterà al gruppo francese di valorizzare le proprie forniture di GNL: l’energia aggiuntiva generata dalla joint-venture, circa 15 TWh l’anno, equivale a 2 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto.

Pouyanné lo riassume così: “Questa acquisizione è una pietra miliare della nostra strategia. La nostra posizione di fornitore di gas numero 1 in Europa ci permette di creare valore in ogni fase della catena, indipendentemente dai cicli petroliferi”.

Tra maxi affari e maxi accuse: un futuro da decifrare

Mentre la joint-venture con EPH spinge TotalEnergies sempre più al centro del panorama energetico europeo, la denuncia per crimini di guerra in Mozambico apre uno scenario giudiziario complesso. Un equilibrio fragile tra espansione industriale e responsabilità etica — e una partita geopolitica che, ancora una volta, passa per il controllo del gas.

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