Stop al gas russo: l’Ue verso il divieto totale dal 2027

Bruxelles accelera sull’indipendenza energetica. Via libera politico al phase-out del gas di Mosca: per la Commissione è “l’alba di una nuova era”

Stop al gas russo: l’Ue verso il divieto totale dal 2027

L’Unione europea compie un passo decisivo: dall’autunno 2027 sarà vietata l’importazione di gas russo. L’accordo, raggiunto tra Consiglio Ue e Parlamento europeo il 3 dicembre, mira a tagliare una delle principali fonti di finanziamento della guerra di Mosca contro Kiev.

“È l’alba di una nuova era”, annuncia la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. Una frase che sintetizza l’obiettivo: liberare l’Europa dalla dipendenza energetica dal Cremlino.

Un compromesso tra sicurezza e tempistiche

La data – autunno 2027 – nasce dall’incontro tra due esigenze opposte: il Parlamento europeo, deciso a introdurre il divieto già nelle prossime stagioni; alcuni Stati membri, preoccupati per l’impatto sui mercati e favorevoli a una transizione più graduale. “Ce l’abbiamo fatta”, esulta il commissario all’Energia Dan Jørgensen: “Basta ricatti sul mercato, l’Ue è con l’Ucraina”.

La risposta di Mosca: “L’Ue si danneggia da sola”

Il Cremlino non sorprende: la decisione europea viene bollata come “autolesionista”, destinata – secondo Mosca – a generare “energia più costosa” e una “inevitabile decelerazione economica”. Una narrativa prevedibile, mentre il peso del gas russo nelle importazioni Ue è già crollato: dal 45% del 2021 al 19% del 2024.

Le scadenze: quando entrerà in vigore il divieto

Il pacchetto europeo definisce un calendario dettagliato per contratti, gasdotti e GNL.

Gas via gasdotto: Stop ai nuovi contratti a lungo termine dal 30 settembre 2027 (o comunque entro 1 novembre 2027). Possibile stop anticipato se le scorte Ue saranno sufficienti.

GNL (Gas Naturale Liquefatto): divieto ai contratti a lungo termine dal 1 gennaio 2027; stop ai contratti a breve termine già dal 25 aprile 2026.

Gas via gasdotto – contratti a breve termine: divieto dal 17 giugno 2026. Le aziende europee potranno invocare la forza maggiore per interrompere i contratti in essere, sulla base del nuovo quadro normativo.

Budapest e Bratislava continuano a frenare

Per evitare il veto di Ungheria e Slovacchia, due Paesi fortemente dipendenti dal gas russo e politicamente allineati a Mosca, Bruxelles ha scelto una proposta legislativa approvabile a maggioranza qualificata, anziché un regime di sanzioni che avrebbe richiesto l’unanimità. Il premier ungherese Viktor Orbán, pochi giorni prima del via libera, aveva garantito a Putin che Budapest continuerà a comprare gas russo. Una posizione che isola sempre più l’Ungheria nel blocco europeo.

Una nuova geografia energetica

Il phase-out del gas russo non sarà indolore, ma segna – forse – il passaggio definitivo dell’Europa a un’era energetica post-Mosca. Ora inizia la fase più difficile: garantire approvvigionamenti, sostenibilità dei prezzi e coesione politica tra i 27.

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