Il gas russo serve a sostituire il gas russo (è così, non c’è un errore nel titolo)

Per sostituire le forniture da Gazprom, più che dimezzate nei primi nove mesi di quest’anno, ci siamo rivolti anche a Mosca, oltre che a Usa e Qatar

Il gas russo serve a sostituire il gas russo

L’Europa consuma sempre meno gas russo e dice di volersene liberare al più presto. Se però è in forma liquefatta, allora si può chiudere un occhio: crollano solo le importazioni via gasdotto, mentre gli acquisti di Gnl dalla Federazione sono aumentati addirittura del 46% nei primi nove mesi di quest’anno, nonostante la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni.

A bordo di navi metaniere tra gennaio e settembre l’Ue ha ricevuto da Mosca l’equivalente di 16,5 miliardi di metri cubi di gas, contro gli 11,3 Bcm dello stesso periodo del 2021. I dati (fonte Commissione europea) evidenziano un paradosso: senza il Gnl di Mosca non saremmo riusciti a sopravvivere ai tagli di Gazprom.

Per vari motivi le forniture dal colosso, monopolista dell’export via gasdotto, sono ormai ridotte a circa 70 milioni di metri cubi al giorno dagli oltre 150 milioni di un tempo (nei primi nove mesi sono state di 54 Bcm, contro 105,7 Bcm di un anno prima): un crollo che ha lasciato una voragine rispetto al nostro fabbisogno, che abbiamo potuto colmare solo con enormi quantità di Gnl, comprate senza badare a spese.

A vincere la competizione commerciale sono stati gli Usa, che hanno più che raddoppiato le vendite nella Ue, con una quota del 44% sul totale dei nostri acquisti di gas liquefatto tra gennaio e settembre. Ma al secondo posto si è piazzata la Russia, che con il 17% ha superato anche il Qatar (13%).

Una competizione, in teoria, non facile per Mosca. L’80% del Gnl russo sarebbe andato proprio in Paesi che hanno adottato sanzioni. Nel Vecchio continente solo Gran Bretagna (Londra ha vietato l’attracco di navi russe nei porti) e Lituania hanno azzerato l’import.

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