L’Italia tra svolte e cul de sac

Le previsioni per azzerare le forniture di gas russo all’Italia? Sono positivo, nell’inverno 2024/2025, direi che continuando così le cose vadano nel verso giusto.

Claudio Descalzi

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L’Italia tra svolte e cul de sac

L’amministratore delegato di Eni prevede che entro due anni l’Italia non avrà più bisogno del gas russo. Ma è una stima a bocce ferme. Nel senso che si dà per scontato che la Russia continui comunque a fornire una quantità residuale e che la situazione nel teatro di guerra non precipiti. C’è poi un altro problema che ‘quoted business’ solleva da tempo: siamo così sicuri che nel medio-lungo periodo l’affidabilità di Algeria, Azerbaijan e Qatar sia maggiore di quella offerta da Mosca?

Ma il Ceo di Eni butta acqua sul fuoco. “Da un punto di vista potenziale - ha spiegato Descalzi - già adesso siamo riusciti a recuperare quasi più del 50% del gas russo e soprattutto attraverso l’Africa. Abbiamo anche dei pipe al nord che non sono solo quelli da Tarvisio che vengono attraverso l’Ucraina dalla Russia, ma anche del gas che viene attraversando Francia, Germania e Svizzera, dalla Norvegia. Poi abbiamo il Tap che sta portando 7-8 miliardi di metri cubi e l’Azerbaigian in qualche anno pensa di poter ampliare. Abbiamo tantissimi punti di connessione, 5 o 4 se non contiamo Tarvisio in modo conservativo, e in più 3 rigassificatori di gas naturale liquido, che spero presto possano diventare 4 con Piombino, 5 con il Ravennate. Si parla di due più due”.

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